Un sorriso tra i mugugni, in un’estate d’afa e dubbi, è il volto spensierato e sicuro d’un ragazzo di vent’anni, (ri)messosi in discussione per riprendersi un’etichetta da predestinato. Dalla Roma al Torino, nell’élite dei settori giovanili d’Italia, crescendo in fretta per scalare l’Everest della notorietà e sognare un futuro tra i grandi. Valerio Mantovani s’è fermato a un passo dalla cima, restando alla porta, proprio sull’uscio del salotto buono del calcio dopo una stagione da capitano della Primavera del Toro. Però, appena s’è ritrovato per la prima volta svincolato (e sono in molti a chiedersi il “perché”), un’altra sfumatura di granata ha colorato la carriera d’un difensore che – parola d’intenditori – promette tanto. La Salernitana l’ha strappato al mercato dei “disoccupati” con un contratto quadriennale, e Giuseppe Sannino, sin dall’alba del ritiro di Sarnano, s’è lasciato conquistare. «Con me giocano anche i “bambini” se son bravi e lo meritano», disse a voce alta il tecnico d’Ottaviano dopo aver visto all’opera questo under classe 1996.
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