Una città sospesa a metà tra la grande crisi industriale dei decenni scorsi che ha portato alla chiusura di quasi tutti i poli produttivi e una riconversione turistica finora mai realizzata. Una città con fitti e prezzi delle case lievitati a livelli stratosferici che hanno fatto calare inesorabilmente la domanda. Questa è la Castellammare che hanno deciso di lasciare ben 1155 stabiesi nel solo 2015. La crisi in cui è sprofondato il settimo Comune della Campania si legge nei dati Istat che certificano la grande fuga dalla città di interi nuclei familiari o semplicemente giovani che emigrano in altre regioni o all’estero per avere la speranza di trovare un posto di lavoro. I dati raccontano di un numero di residenti che s’attesta sui livelli dell’inizio del nuovo millennio (66706 nel 2001 – 66466 al 31 dicembre 2015) ma questo è dovuto a un invecchiamento progressivo della popolazione (l’età media supera i 40 anni) e la presenza di una forte comunità straniera (1008 i regolari al 1 gennaio 2016, erano poco più di 200 nel 2004).A spaventare è la costante emigrazione di giovani (gli under 30 rappresentano meno del 35% della popolazione) che scappano da una città dove trovare un lavoro è diventato presso-ché impossibile. Una crisi occupazionale senza prece-denti che è stata accentuata dalla chiusura delle Terme che attraverso l’indotto che generavano (basta pensare a Hotel, ristoranti o semplici commessi che veniva-no impiegati nelle attività commerciali) riuscivano a garantire lavoro a ben più dei 200 dipendenti, tra di-retti e stagionali, che prestavano il loro servizio al Solaro. Una crisi acuita ancor di più dal ridimensionamento del cantiere di Castellammare di Stabia che tra dipendenti Fincantieri e in-dotto, in passato, è arrivato ad impiegare anche 2mila operai. Oggi sono circa 800, quando si viaggia a pie-no regime. E non fosse per il tentativo spontaneo di tante persone, non favorito in alcun modo dalla politica degli ultimi anni, che hanno deciso d’investire nel settore della ristorazione, con l’apertura di locali che hanno monopolizzato il centro e gran parte della zona a mare, la situazione sarebbe ancor più allarmante.Ma c’è anche un altro fattore che incide sulla decisione di tantissime famiglie di lascia-re Castellammare e magari spostarsi anche solo di pochi chilometri. Per fittare un appartamento in città, ormai, si parte quasi da un minimo di 500 euro per arrivare anche a cifre stratosferiche. Mentre il prezzo delle case è di almeno due volte più alto rispetto, ad esempio, a paesi come Santa Maria la Carità. Sant’Antonio Abate o Gragnano. Ed è proprio qui che gran parte degli stabiesi si sono trasferiti per cerca-re di far quadrare i bilanci familiari. Il quadro che ne emerge, dunque, è quello di una città con una popolazione mediamente più vecchia, con meno stabiesi e dove è in costante crescita la presenza di comunità straniere. Un trend che stando ai primi dati del 2016 sarebbe addirittura in aumento. L’unica strada per cercare d’invertirlo è quello di far rimettere in moto una città che porta ancora le scorie addosso di un 2015 funesto.
LIFESTYLE
20 agosto 2016
Castellammare, la grande fuga dalla città: via oltre 1000 persone