Ogni anno una ribalta nuova. Ogni stagione un interesse diverso. Fatti e misfatti che nel breve volgere di un cambio di luna assumono colori e sfumature differenti. Eventi spesso imprevedibili che sono capaci di catturare l’infinita passione dei tifosi. Tutti protesi a inseguire le evoluzioni, spesso impossibili, di quei 32 spicchi che compongono un pallone.
Queste sono “storie” che solo il campionato sa raccontare.
L’inizio disastroso dell’Inter ha dato ragione alle tante titubanze di Roberto Mancini. I nerazzurri non si sono rinforzati. Una “cenerentola” incompiuta quella scesa in campo a Verona. Le mille voci di mercato non hanno certamente aiutato Maurito Icardi. L’unico a perdere la sfida nella giornata in cui gli attaccanti, di tutte le latitudini, hanno evidenziato progressi notevoli. E poi Frank De Boer. Mette in campo poche idee e nessuna condizione atletica. Una difesa a tre mai sperimentata. Non ci fosse la giustificazione che ha preso in mano la situazione da soli dieci giorni parleremmo di grande fallimento.
La giornata di esordio ha confermato il prolungato periodo in grande spolvero di Eusebio Di Francesco. Il Sassuolo gioca a memoria, con una semplicità impressionante, le azioni sgorgano piacevoli da automatismi di una semplicità straordinaria. Il Sassuolo è già squadra. Sapientemente plasmato nel gioco e nella continuità dal suo allenatore, possiede tutte le qualità per inserirsi nel novero delle compagini all’avanguardia del campionato.
Vincenzino Montella ha rianimato il Milan. Perlomeno questi sono i primi segnali giunti ai naviganti. Assieme a Di Francesco giocava in una Roma di pochi lustri orsono. Sa “l’aereoplanino” di non avere a disposizione un grande complesso. Dal suo approccio in casa rossonera ha avuto la grande capacità di farsi seguire, nelle sue teorie tattiche e nelle sue dinamiche applicate allo sviluppo del gioco. Non è poco in un ambiente con il morale sotto i tacchi e con una squadra abituata, sino all’altro ieri, ad uscire tra i fischi allo scadere di ogni frazione di gioco.
Ma la ribalta, nella giornata di esordio, tocca a due “ragazzi” emergenti. Parlando sempre di panchine. Oddo e Inzaghi. Sintomo di una nuova generazione di allenatori. Applausi a scena aperta per Simone Inzaghi. Ha indovinato tutto. Ha letto la partita in modo inappuntabile. Sbanca Bergamo con una quaterna scoppiettante. Contiene in maniera egregia i ritorno dell’Atalanta, nella seconda parte della gara. Lo gratifica la prestazione eccellente di Lombardi, il ragazzino proveniente dalla sua primavera, che va il gol nella partita dell’esordio. Promosso a pieni voti in prima squadra. Una scommessa vinta dal bravo Simone con largo anticipo.
Il Pescara ha sfiorato l’impresa con il Napoli. Massimo Oddo aveva coltivato a lungo il sogno del miracolo. Non poteva attendersi un esordio migliore in serie A, sulla panchina di casa. Il gioco ed il movimento attuato dalla sua squadra ha annichilito per tutto il primo tempo gli avversari. Il Pescara ha giocato senza timore reverenziale dinanzi al più titolato avversario. Oddo ha conferito al suo undici qualità e continuità. Il gioco del Pescara è l’insieme di tante buone giocate ed iniziative tutte ben distribuite.
Giovani allenatori italiani all’avanguardia quindi. Non semplicemente uno spot, ma uno dei segnali più interessanti di questo avvio di campionato. Ai nostri, non è errato aggiungere anche Juric, maturato ed affermatosi, prepotentemente, dalle nostre parti. Integrato a meraviglia nella nostra scuola. Anche lui dal gioco bello, arioso e vincente. Lo ha dimostrato a Crotone lo sta riproponendo, sin della gara di esordio, nella massima serie.
La serie A lancia un messaggio trasversale non indifferente. Il nostro, del resto, è sempre espressione di un “mondo” atipico e particolare. I top player del calcio che va nascono tutti sotto altre bandiere. Il nostro è un popolo di naviganti, artisti e colonizzatori. Siamo alternativi, ci facciamo vale in altro modo. Facciamo tesoro delle nostre tradizioni. Siamo estroversi, diversifichiamo.
Ora “alleviamo” top trainer. Seguiamo la moda. Trapattoni era solo un inizio, Conte la moda dell’ attuale. Gli altri li stiamo li stiamo formando. Tempo al tempo.