«Venite, da questa parte. Datemi le valigie, vi accompagno io». La donna dall’aspetto trasandato accoglie col sorriso la coppia di turisti che si affacciano ad angolo tra via Duomo e via Luigi Settembrini. Lungo quest’ultima ci sono alcuni B&B che pubblicizzano le loro offerte grazie ai tour operator e al potentissimo mezzo web. Ma qui c’è anche chi ha fatto un business di quella che, in effetti, è una proprietà della Curia di Napoli, dove fino a poco tempo fa c’erano gli sfollati dell’alluvione del 2001. Nei quattro piani di Casa Betania, al civico 42, da un po’ di tempo le stanze che in origine furono destinate alle suore sono occupate abusivamente da individui che ne hanno fatto un bed and breakfast in piena regola. Un affare redditizio – a quanto pare – dato che gli ospiti arrivano a pagare anche 400 euro per un soggiorno di breve durata. Tutto in un edificio che, fino a una decina di anni fa, ospitava alcuni degli oltre 100 nuclei familiari colpiti dall’alluvione del 14 settembre 2001, che spazzò via case e negozi in via Settembrini.
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