Depuratori non messi in funzione, collettori mai completati, così come il sistema di rete fognaria in oltre una ventina di comuni dei 39 percorsi dal Fiume Sarno. L’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata per disastro ambientale poco prima delle ferie estive ha fatto registrare un’accelerata su questo fronte e a finire nel mirino è stata soprattutto l’Arcadis. L’agenzia regionale ormai dismessa per volere del Presidente della Campania Vincenzo De Luca fu incaricata dal 2013 di portare a compimento il Grande Progetto Sarno, finanziato con oltre 200milioni di euro, per il disinquinamento del fiume e il recupero dello “buono stato di salute delle acque”, così come disposto dall’Unione Europea. Il termine per il raggiungimento dell’obiettivo era fissato al 31 dicembre 2015, dopo che nel 2012 la Corte di Strasburgo aveva già preannunciato una pesante sanzione nei confronti del Governo Italiano. Un risultato che l’Arcadis, però, non è riuscito a garantire e che sembra ancora lontanissimo. Così, gli uomini delle Capitanerie di Porto di Castellammare di Stabia e Salerno hanno acquisito tutti gli atti relativi ai lavori (molti sono fermi a causa di contenziosi con le ditte), su disposizione del pm Antonella Lauri e del procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli. L’obiettivo, chiaramente, è quello di capire se ci sono responsabilità sia da un punto di vista contabile quanto penale. La situazione attuale, d’altronde, è piuttosto palese. L’unico risultato tangibile di questi anni è la messa in funzione del depuratore biologico di Foce Sarno, a Castellammare di Stabia. Ma si tratta di un depuratore che viaggia a velocità ridotta a causa del mancato completamento del collettore di Gragnano. Mancano appena 700 metri per collettare gli scarichi fognari di tutti i paesi dei monti Lattari al depuratore di Foce Sarno e consentire alla struttura di trattare le acque reflue e restituire al mare acqua pulita. Ma i lavori per il completamento del collettore di Gragnano, già fermi per lungo tempo, ora sono totalmente bloccati. Inoltre, non sono stati nemmeno cominciati i lavori per il collettore di Torre Del Greco, per non parlare della totale assenza di rete fognaria in diversi comuni e quartieri. Molte opere sono ferme a causa di errori progettuali che rendono vano anche il lavoro dei depuratori. Basta pensare che nel Grande Progetto Sarno, ad esempio, non era prevista la realizzazione della rete fognaria nel quartiere Fontanelle al confine tra Castellammare, Gragnano e Santa Maria la Carità. Sugli errori progettuali si sta concentrando l’attenzione della Procura, per accertare se ci siano responsabilità anche da parte dei direttori dei lavori. Tecnici e funzionari, dunque, che hanno varato progetti di difficilissima realizzazione, favorendo il disastro ambientale che distrugge mezzo litorale a sud di Napoli e lo spreco di denaro pubblico. Dal 1973 ad oggi sono stati investiti circa 800 milioni di euro, con risultati scarsissimi. E il Sarno continua ad inquinare.
CRONACA
31 agosto 2016
Castellammare. Depuratore a metà: acquisiti gli atti sui lavori incompleti