Ha incassato oltre 75 miliardi di vecchie lire, un record assoluto in quegli anni, e resta ancora oggi tra i primi 10 film piu’ visti in Italia. E’ “Il ciclone” di Leonardo Pieraccioni che usci’ al cinema vent’anni anni fa, esattamente il 20 dicembre 1996. Della ricorrenza di preparano i festeggiamenti proprio nei giorni del debutto dell’attore e regista toscano nello spettacolo “Il tour” (domani a Ancona) con Carlo Conti e Panariello, una rimpatriata storica dei comici toscani. “Sono rimasti solo dei posti lontani dal palco ma sono i migliori – scherza Pieraccioni su facebook -, vedere da vicino Conti e Panariello non e’ un bello spettacolo”. Il regista sara’ quindi a Firenze il 12 settembre proprio per l’omaggio a ‘Il ciclone’: film sara’ proiettato sulla facciata della basilica di Santo Spirito. “Senza Cecchi Gori io non avrei debuttato cosi’ in grande stile – racconta il regista fiorentino parlando del suo primo film -, Vittorio mi aveva visto in teatro e aveva fiducia in me mentre gli altri produttori a Roma non erano mai troppo convinti del primo copione, I laureati”. “Nel Ciclone – spiega il regista – ho voluto raccontare nel dettaglio la provincia toscana che poi e’ l’80% dell’Italia. Il pubblico ci s’e’ riconosciuto proprio per questo”. Nel film si narrano le vicende di Levante che vive in una cascina di un paesino toscano che viene improvvisamente stravolto dall’arrivo di una compagnia di ballerine di flamenco, che hanno scambiato il casolare di Levante per un agriturismo. Casolare che si trova proprio a Laterina (Arezzo) dove e’ cresciuta il ministro Maria Elena Boschi. “Certo che l’avrei presa nel film – ha detto scherzosamente l’attore e regista toscano rispondendo alla domanda su un ipotetico ruolo che avrebbe potuto avere la ministra – le avrei potuto far fare una piccolissima baby sitter o una maestrina pronta a bacchettarti sulle dita”. Il film avrebbe potuto avere anche un sequel, ma Pieraccioni spiega: “non ho mai pensato a un ‘Ciclone 2′. Mi piace pensarli, i personaggi del film, ancora felici e contenti dove li abbiamo lasciati”. E’ il film piu’ premiato della sua carriera da attore e da regista e probabilmente “ha vinto cosi’ tanti premi come spesso accade a quei film veri, sinceri, quelli che ti nascono di getto”. Film sincero come l’idea di inserire la voce di Monicelli (che interpreta Gino, il vicino di casa che non si vede mai). “E’ stato – ha spiegato il comico toscano – come per uno sportivo mettere Pele’ sulla bandiera. Una piccola ‘benedezione’, una presenza personalmente importantissima”. Tra le curiosita’ raccontate dal regista sul film, “il titolo originario era tremendo: ‘Il balletto di Marradi’. Sarebbe sembrato un film svizzero, in bianco e nero, con i sottotitoli in ungherese”, scherza Pieraccioni. E sul suo periodo romano, quando all’inizio della sua carriera si trasferi’ nella capitale per poi tornare a vivere nel capoluogo toscano, Pieraccioni dice: “Ho capito che Firenze era casa e Roma era il lavoro!”. Infine sul suo rapporto con la critica cinematografica racconta che “e’ sempre stato fantastico e le eventuali stroncature me le ha sempre lette Ceccherini per telefono e il tutto finiva sempre in sonore risate. Per altro alcune erano perfette e avevano assolutamente ragione”. “Mi sento un bellissimo cinquantenne – conclude il regista toscano -. I comici di solito sono tutti ‘bruttarelli’, io invece son troppo bello. Questo, forse, e’ il mio limite”.
SPETTACOLO
2 settembre 2016
“Il Ciclone” compie 20, festa grande a Firenze per il film di Pieraccioni