Sorvegliati speciali dalla polizia dopo l’omicidio di Flavio Salzano (il numero due del clan De Micco ucciso tra lunedì e martedì con quattro colpi di pistola alla testa) ed anche protagonisti dei processi che riapriranno a settembre. La ripresa dell’attività giudiziaria vede il clan De Micco di Ponticelli al centro delle udienze che tra dieci giorni torneranno a celebrarsi nel palazzo di giustizia di Napoli. Si comincia il 12 settembre con la riapertura del processo in Corte d’Appello (settima sezione penale) che vede sul banco degli imputati i tre fratelli De Micco (i detenuti Marco e Salvatore, entrambi sottoposti al regime del carcere duro, e Luigi, che invece è libero) e una schiera di affiliati a cui la procura contesta a vario titolo i reati di associazione di stampo mafioso e traffico di sostanze stupefacenti. In programma ci sono le discussioni di uno dei legali impegnati nel procedimento e, forse, la sentenza. Centrali sono le posizioni dei tre fratelli De Micco ed in particolare quella di Luigi De Micco, indicato dagli inquirenti come l’attuale capo della cosca: Luigi De Micco è stato assolto in primo grado dall’accusa di camorra (la sentenza venne firmata dal gip Nicola Quatrano all’esito del rito abbreviato) ma la procura ha impugnato quella sentenza invocando la condanna dell’imputato. Una condanna sollecitata in sede di requisitoria dal sostituto procuratore generale.
Il 23 settembre, invece, dinanzi ai giudici della quinta sezione della Corte d’Assise di Napoli (presidente Barbarano) si aprirà il dibattimento sull’omicidio di Massimo Imbimbo, ammazzato a Ponticelli nel dicembre del 2011. Sul banco degli imputati ci sono il ras Salvatore De Micco e il suo braccio destro Gennaro Volpicelli, accusati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli di essere stati gli esecutori materiali del delitto. L’agguato sugellò il debutto dei De Micco sulla scena criminale di Ponticelli. L’impianto accusatorio ruota attorno alle dichiarazioni di un teste di eccezione: Antonio Sarno, figlio del boss pentito Luciano, che per puro caso assistette all’azione omicidiaria. Il 20 ottobre, infine, appuntamento davanti ai giudici della quarta sezione della Corte d’Assise di Napoli (presidente Provitera) per la ripresa del processo sul duplice omicidio di Gennaro Castaldi e di Antonio Minichini (il nipote della lady camorra Teresa De Luca Bossa), assassinati a Ponticelli nel gennaio del 2013 nel pieno della faida tra i De Micco e i D’Amico per il controllo degli affari illeciti. Sotto accusa ci sono ancora una volta il ras Salvatore De Micco e Gennaro Volpicelli, indicati come esecutori materiali. Con loro è imputato anche Domenico Esposito ‘o cinese, collaboratore di giustizia, che s’è accusato di aver fatto parte del commando anche se in quella occasione non riuscì a premere il grilletto. Proprio Esposito sarà il teste di eccezione dell’udienza che inizialmente era stata fissata per il 22 settembre ma che è stata posticipata d’ufficio al mese prossimo.