A inaugurarlo nel febbraio 2008 in via Pavia 129 fu l’ex sindaco Rosa Iervolino Russo. Ma oggi il Centro di Coordinamento dei servizi per i senza dimora “Salvatore Buglione” rischia di chiudere i battenti. A lanciare l’allarme è Anna Buglione, 32enne figlia dell’edicolante di 51 anni ucciso in via Pietro Castellino il 4 settembre 2006 nel corso di una rapina, a cui è dedicato il Centro.
Il Centro intitolato a suo padre cesserà le attività. Cosa significherà per lei?
«A dicembre potrebbe chiudere per sempre perché il sindaco Luigi de Magistris ha bloccato il progetto e tra pochi mesi ci sarà il nuovo bando, che non assicurera il proseguimento delle attività. Se così fosse sarebbe una doppia sconfitta: alla memoria di mio padre e a chi offre quotidianamente un servizio sociale ai più bisognosi».
La struttura intitolata a suo padre intendeva offrire una risposta adeguata al disagio e all’emarginazione dei senza dimora in un bene confiscato e oggi il Comune ne decreta la morte?
«Sospesi i finanziamenti e interrotto il progetto, i volontari del Camper, la cooperativa che vi opera, possono contare solo sulle loro forze. Ma di questo parlerò alla commemorazione che ci sarà oggi in ricordo di papà».
In che modo lo ricorderete a 10 anni dalla scomparsa?
«Alle 18.30 nel parco agricolo – didattico di via Domenico Fontana a lui intitolato, su iniziativa di Comune, V Municipalità e Fondazione Polis, il vicario episcopale don Tonino Palmese officerà una messa. All’interno del parco saranno collocate delle targhe commemorative e si svolgerà la piantumazione di un albero dedicato a mio padre e a tutte le vittime innocenti della criminalità».
Cosa è cambiato in questi 10 anni?
«Nulla. Dopo pochi mesi mia madre dovette vendere l’edicola per le continue rapine. E così tanti altri commercianti di via Castellino. Ma in generale in città c’è un’escalation di violenza. Unico deterrente potevano essere le telecamere, ma da quando è morto mio padre non le hanno ancora installate».
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