CRONACA
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Sequestro di persona e lesioni aggravate sono i reati contestati a un 32enne marocchino arrestato a Perugia dalla polizia: a chiamare gli agenti da una cabina telefonica era stata la moglie, sua connazionale, in una pausa del viaggio che l’uomo aveva intrapreso verso Roma da Bologna, dopo aver prelevato la donna e il loro figlio di cinque anni dalla casa protetta del capoluogo emiliano dove i due risiedavano dal 2014, proprio per sottrarsi alle violenze del maghrebino. Nel pomeriggio di mercoledi’ scorso – si apprende stamani dalla questura di Perugia – l’uomo si e’ presentato nella casa famiglia: in un primo tempo si e’ allontanato con il figlio, poi e’ tornato nella stessa abitazione, ha chiesto alla moglie di salire nella sua auto, dove il bambino dormiva, per raggiungere un bar, ma poi si e’ allontanato da Bologna, rispondendo alle rimostranze della donna che la meta del viaggio era Roma. Durante una prima sosta, la moglie ha tentato di scappare, ma il marito l’ha investita con la macchina, ferendola ad un piede. Nuova sosta, la mattina di giovedi’ scorso, in un’ area di servizio di Pontevalleceppi, periferia di Perugia. Mentre l’uomo dormiva, la donna – come detto – ha telefonato al 113. Una pattuglia e’ arrivata sul posto poco dopo, ha immobilizzato l’uomo e lo ha portato in questura. Qui la moglie ha raccontato tutto a una poliziotta, la coordinatrice dell’Ufficio volanti. Al termine degli atti di rito, il 32enne e’ stato arrestato e portato in carcere a Capanne. Sua moglie e il bambino – spiega infine la polizia – sono attualmente sotto la tutela temporanea dei servizi sociali del Comune di Perugia, in attesa di essere riportati in una struttura protetta fuori regione.