La sua società era in liquidazione ma attraverso alcuni prestanome – secondo la Procura di Rimini – era arrivato a mettere le mani sulla gestione di due Hotel: l’Austria e il Corona, entrambi della zona di Rivazzurra. Soprattutto Giuseppe Cerbucci, imprenditore 36enne di Castellammare di Stabia da tempo trapiantato a in Romagna, presentava una dichiarazione dei redditi simile a quella di un operaio e, secondo l’accusa, aveva anche rapporti con personaggi legati alla Ndrangheta calabrese finiti nell’inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro “Dirty Soccer”. Il Tribunale di Rimini ha applicato la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza personale e patrimoniale nei suoi confronti. Oltre alle limitazione riguardanti i suoi futuri spostamenti, i giudici – accogliendo la proposta del pm Luca Bertuzzi – hanno sequestrato ai fini della confisca una serie di beni riconducibili a Cerbucci. Il provvedimento, eseguito dai carabinieri di Rimini che hanno indagato sul caso per conto della procura ha riguardato le quote societarie della società in liquidazione dell’imprenditore e le ditte individuali che gestiscono gli hotel “Austria” e “Corona”, secondo gli investigatori semplici prestanome dell’imprenditore.
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