«Sono la moglie di Esposito Pietro e con lui ho avuto due figli, uno me lo hanno ucciso». Inizia così il verbale di sommarie informazioni reso agli investigatori da Addolorata Spina, moglie del ras Pierino. È il 14 novembre e il marito è stato da poco assassinato in piazza San Vincenzo alla Sanità. «È stato a casa fino alle 14 poi è uscito. Lui di solito non si allontanava dal quartiere, andava in giro ma senza lasciare la Sanità – racconta Spina – verso le 15.30 è rientrato a casa per andare in bagno ma dopo pochi minuti è sceso nuovamente. Non so perché, avevo uno strano presentimento e mi avvicinai al balcone, in quel momento sentì dei colpi d’arma da fuoco e pochi istanti dopo qualcuno venne ad avvertirmi. Mi dissero “Hanno sparato a Pierino”, non saprei dire, visto lo choc emotivo del momento chi fosse la persona». Così Addolorata Spina, detta Dora, ha riferito agli investigatori. Ma Dora è anche assetata di vendetta. Sarà lei, qualche mese dopo, a spingere perché si consumi una strage. Feroce, sanguinaria, senza rimorsi e senza pietà. È lei che incita a sparare, è lei che rimprovera gli incerti e i timorosi, è lei che giudica senza concedere appello ai «vigliacchi». «Devono provare lo stesso dolore che ho provato io» si ascolta in un’intercettazione telefonica. Sì, perché Spina è stata indagata per la strage di via Fontanelle, per la mattanza nel circolo della Madonna dell’Arco.
CRONACA
14 settembre 2016
Napoli. La vedova del boss: «Così ho visto uccidere mio marito»