«Non ho notato camorristi alla processione di San Matteo nel 2014, nè tra i portatori nè tra la gente che urlava. La contestazione c’è stata, palese, così come ci sono state le giravolte della statua del Santo Patrono nell’ambito del tradizionale percorso per le strade di Salerno». A riferire su quanto accade la sera del 21 settembre di due anni fa durante la giornata clou dei festeggiamenti, è stato il dirigente vice-questore della Digos Luigi Amato, teste della Procura nel processo sui disordini durante la cerimonia religiosa che si sta celebrando davanti ai giudici della seconda sezione penale. Due i capi d’imputazione per i 19 imputati, tra portatori e fedeli: vilipendio di un ministro del culto e turbamento di funzione religiosa; e se per il primo reato è prevista solo una multa, per il secondo la pena può andare fino a tre anni.
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