«Ormai hanno deciso e non vogliono sentire ragioni, perché dicono che siamo abusivi. Ma io dove porterò i miei bambini se andiamo via di qui? Finanche i servizi sociali ci hanno abbandonato e il parroco che aveva tentato una mediazione è stato stroncato dalla Curia». La disperazione di Grazia, giovane madre di tre figli che sbarca il lunario con lavoretti saltuari, si avverte a pelle. Basta guardare in fondo ai suoi occhi per capire che si sta arrendendo. Grazia, insieme al marito e ai loro tre bimbi, vive in un appartamento della Curia ai Quartieri Spagnoli. Ed è da qui che l’Arciconfraternita dei Pellegrini, che è proprietaria di questa come di altre case nella zona, l’ha sfrattata insieme ad altre famiglie. Il momento decisivo, quello in cui Grazia dovrà lasciare l’alloggio è alle porte. «Tra una settimana – spiega – esattamente il 29 settembre, giorno dello sfratto esecutivo. E stavolta non sentiranno ragioni. Hanno detto che ce ne dobbiamo andare. Gli assistenti sociali? Ci hanno risposto che non c’è nulla da fare perché siamo occupanti abusivi. Ma ai nostri bambini chi ci pensa? Chi li tutela? Sono tutti e tre affetti da patologie. E le carte dei medici lo dimostrano. Questa è la carità con cui la Chiesa intende sostenere i poveri? Quella di cui tanto parla il cardinale Sepe?». A raccontare in esclusiva il calvario della famiglia di Grazia e di altri sfortunati era stato lo scorso 17 luglio Metropolis Napoli. In pratica mentre la Curia di Napoli annunciava pochi giorni prima – attraverso la lettera pastorale “Vestire gli ignudi” del cardinale Crescenzio Sepe – la donazione di case agli indigenti, c’è chi fa le spese delle speculazioni della stessa Chiesa.
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