• Metropolis
  • Redazione
  • Abbonamenti
  • Metropolis
  • Redazione
  • Abbonamenti
  • Redazione
  • Abbonamenti
  • Giornale
  • Redazione
  • Abbonamenti
  • Giornale
Metropolisweb
Google Play App Store
    • Home
    • Giornale
    • Multimedia
    • Menu
      • Cronaca
      • Sport
      • Young
      • Agorà
      • Cultura
      • Gusto
      • Tecnomania
      • Benessere
      • Agreen
      • Arabiafelix
    • Abbonati
    • Login
    • Home
    • Giornale
    • Multimedia
    • Menu
      • Cronaca
      • Sport
      • Young
      • Agorà
      • Cultura
      • Gusto
      • Tecnomania
      • Benessere
      • Agreen
      • Arabiafelix
    • Abbonati
    • Login
  • Home
  • Menu
    • Cronaca
    • Sport
    • Multimedia
    • Young
    • Agorà
    • Cultura
    • Gusto
    • Tecnomania
    • Benessere
    • Agreen
    • Arabia Felix
  • Home
  • Menu
    • Cronaca
    • Sport
    • Multimedia
    • Young
    • Agorà
    • Cultura
    • Gusto
    • Tecnomania
    • Benessere
    • Agreen
    • Arabia Felix
Napoli. Omicidio in “diretta”, in due confessano e hanno lo sconto
CRONACA
27 settembre 2016
Napoli. Omicidio in “diretta”, in due confessano e hanno lo sconto
metropolisweb

Due ergastoli cancellati. Due ergastoli rimpiazzati da una condanna, più ‘comoda’, a 20 anni di reclusione e un personaggio che riesce ad accreditarsi come pentito benché, all’esito di un’attenta verifica, la Direzione distrettuale antimafia di Napoli gli avesse dato il benservito ritenendolo un bluff.   

La sentenza che farà discutere viene letta nel primo pomeriggio di ieri dai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Napoli chiamati a pronunciarsi su due ‘capitoli’ accusatori: l’omicidio di Giovanni Bottiglieri, ucciso a Barra nel pieno della faida tra i Cuccaro e l’ala scissionista Valda-Amodio-Abrunzo, e l’esistenza di un clan Valda-Abrunzo-Amodio. La Corte, tanto per cominciare, restituisce la certezza di un fine pena a Raffaele Valda e a Ciro Niglio, accusati del delitto, confermando così la validità della strategia processuale del ‘mea culpa’ recitato (quasi) in zona Cesarini, dagli imputati. Il carcere a vita disposto nel precedente grado di giudizio è stato divorato dalla concessione delle attenuanti generiche accordata perché – in momenti diversi dell’iter giudiziario – il mandante e il killer dell’agguato hanno confessato. Niglio, che quel 13 ottobre del 2013 si infilò nel circolo del centro scommesse in via Bernardo Quaranta col casco in testa e pistola nella mano destra come registrato fedelmente dalle telecamere, recitò la sintetica formula «ammetto gli addebiti» in sede di giudizio abbreviato. All’epoca non riuscì ad aprire una breccia nel giudice per le indagini preliminari: la confessione, limitata solo alle proprie responsabilità, venne ritenuta di comodo e la sentenza fu di condanna all’ergastolo. Ieri, invece, il vento è cambiato. E dell’orientamento più clemente da parte della Corte d’Assise d’Appello di Napoli ne ha beneficiato pure Raffaele Valda (difeso dall’avvocato Antonio Iavarone), che ordinò l’omicidio per lavare via il sangue di Ciro Abrunzo ‘o cinese e di Ciro Valda, morti ammazzati tra il gennaio e il giugno del 2012. Ma non finisce qui. La notizia più clamorosa è la presa di posizione della Corte su Salvatore Cianniello, che fornì ospitalità a Niglio nel Parmense dopo il delitto: i giudici lo hanno condannato a 4 anni e 4 mesi per favoreggiamento aggravato dalla matrice camorristica con la concessione – e qui sta la chicca – delle attenuanti della collaborazione con la giustizia. Cianniello aveva già provato inutilmente ad accreditarsi come pentito con la Dda di Napoli: il pubblico ministero antimafia Antonella Fratello ne aveva pesato le dichiarazioni e gli aveva chiuso la porta ritenendolo chiaramente inattendibile. Invece pochi mesi fa Cianniello si è presentato in udienza col patentino di pentito rilasciatogli dalla Dda di Bologna e, alla fine, i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Napoli gli hanno dato credito. Un colpo di scena clamoroso. Seguito dallo sconto di pena concesso agli altri imputati che rispondevano di reati fine: Vincenzo Amodio, tra i leader dei ‘ribelli’, ha rimediato 12 anni per associazione di stampo mafioso ed estorsione a fronte dei 18 anni disposti all’esito del rito abbreviato. Otto anni sono stati comminati a Luigi De Martino (cognato di Raffaele e Ciro Valda) per il reato di camorra, mentre 6 anni e 8 mesi sono stati inflitti a Vincenzo Vilmi (avvocato Gennaro Marano) contro i precedenti otto anni. Assolto, infine, Luigi Valda, padre di Raffaele e del defunto Ciro: in primo grado era stato condannato per associazione di stampo mafioso e favoreggiamento. L’uomo è stato anche scarcerato.  

Juve Stabia-Pierobon, prove di rinnovo
SPORT
Protected Content
Juve Stabia-Pierobon, prove di rinnovo
Michele Imparato 
16 giugno 2025
Con la stagione ormai conclusa e metabolizzato l’addio di Guido Pagliuca, in casa Juve Stabia si inizia già a pianificare il futuro. Tra le tante ques...
this is a test
14 tesserati della Salernitana in ospedale dopo il playout con la Samp
SPORT
14 tesserati della Salernitana in ospedale dopo il playout con la Samp
metropolisweb 
16 giugno 2025
Quattordici tesserati della SALERNITANA - tra calciatori e staff - sono finiti in ospedale al rientro dalla trasferta di Genova per una sospetta intos...
this is a test
Panchina Scafatese, Esposito è il favorito
SPORT
Protected Content
Panchina Scafatese, Esposito è il favorito
Michele Imparato 
16 giugno 2025
La Scafatese di patron Felice Romano si prepara a gettare le basi per una nuova stagione ambiziosa e, dopo la recente separazione con mister Gianluca ...
this is a test
Google Play App Store
Google Play App Store
metropolisweb.it @2017-2018-2019-...-2025 - Tutti i diritti riservati - Citypress Società Cooperativa - Privacy Policy
Level Double-A conformance, W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0
Please support this website by adding us to your whitelist in your ad blocker. Ads are what helps us bring you premium content! Thank you!
Disabilita Adblock per continuare a vedere il sito.    

X