Attraverso dei “pizzini” consegnati alla compagna il boss del clan Falanga, Maurizio Garofalo, dal carcere, dava indicazioni ai suoi uomini su come suddividere i proventi delle attivita’ illecite della cosca, attiva principalmente nel traffico di droga e nelle estorsioni. E’ quanto emerso nell’ambito delle indagini che stamattina hanno portato i carabinieri di Torre del Greco (Napoli) ad arrestare 23 persone (di cui 19 in liberta’) ritenute appartenenti ai clan alleati Falanga e Ascione Papale. I soldi, e’ emerso ancora dall’attivita’ investigativa, venivano utilizzati anche per pagare le cosiddette “mesate” (stipendi, ndr) agli affiliati in liberta’ e alle famiglie di quelli finiti in carcere. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea. Si e’ anche fatta luce, fanno sapere gli inquirenti, anche su un’estorsione ai danni del titolare di una societa’ di video-lottery che installava slot-machine in un centro scommesse di Torre del Greco: sempre Maurizio Garofalo, attraverso due suoi affiliati, avrebbe costretto l’imprenditore a versare 500 euro al mese per “concedergli” la possibilita’ di portare avanti le sue attivita’. Nel corso delle indagini, andate avanti dal 2014 al 2015, sono state arrestate in flagranza di reato quattro persone e sequestrati 2,3 chilogrammi hashish e quasi un chilo di marijuana.
CRONACA
10 ottobre 2016
Torre del Greco. Il boss gestiva il clan con i “pizzini” alla compagna