Accade tutto troppo velocemente nella camorra 2.0. Non ci sono regole, né accordi che tengano. Ieri mattina, poco prima delle 13, il piombo dei baby boss ha seminato ancora una volta il terrore tra i vicoli. Paura e sangue. Quattro giovani in sella a due scooter di grossa cilindrata hanno sfrecciato lungo via Giacomo Savarese, duecento metri di basolato che tagliano in due il quartiere Mercato. Il passaggio dei centauri è stato accompagnato da una raffica di pallottole esplose in rapida successione. Colpi di pistola sparati ad «altezza uomo», diranno successivamente i rilievi compiuto dagli uomini delle forze dell’ordine. Sta accadendo qualcosa nel cuore di Napoli. Un nuovo ennesimo cambio di equilibri criminali. Fabio Della Campa ha compiuto 31 anni lo scorso settembre. È un ragazzone di un metro e ottantacinque centimetri, capelli scuri e rasati e occhi verdi. È lui la vittima di quella che sembrerebbe a tutti gli effetti una «stesa». Era in via Giacomo Savarese quando il commando in scooter ha aperto il fuoco. Lui, che vive in via Strettola Sant’Anna alle Paludi (circa mezzo chilometro di distanza) frequenta piazza Mercato, in particolare una concessionaria di auto a noleggio. Ed è questo un dato che gli inquirenti tengono in particolare considerazione. Fabio è stato ferito da una pallottola alla mano ed è stato medicato all’ospedale Loreto Mare con una prognosi di dieci giorni. Per la seconda volta in pochi giorni il trentunenne è dovuto ricorrere alle cure dei sanitari. Sì, perché stando alle informazioni raccolte dagli investigatori, Della Manca sarebbe rimasto vittima di un’aggressione durante la quale «ignoti» lo avrebbero colpito alla testa con «un oggetto contundente». Ma Fabio non ha legami con la malavita, ecco allora che il quadro diventa a tinte fosche. E il dettaglio della frequentazione con la concessionaria di auto sembra essere centrale. Negli uffici delle forze dell’ordine si cercano informative e annotazioni di servizio. Carabinieri e polizia lavorano sinergicamente sul caso. La settimana scorsa «qualcuno» ha sparato contro l’auto a bordo della quale viaggiava «‘O Nonno», giovane capo del clan Sibillo. Un agguato che per fortuna non ha avuto esito mortale. L’auto, una Fiat Panda, è stata fatta sparire. Ventiquattro ore dopo il baby boss è stato fermato dalla polizia in piazza Sant’Arcangelo a Baiano a bordo di una vettura “gemella”: una Fiat Panda di colore bianco. Secondo le informazioni raccolte, entrambe le auto sarebbero state noleggiate nell’agenzia frequentata da Fabio Della Manca. Ma c’è dell’altro. Dodici ore prima della «stesa» in via Giacomo Savarese qualcun altro aveva aperto il fuoco. Durante i rilievi effettuati dai carabinieri ieri poco dopo le 13 salta all’occhio una Toyota Iq con il lunotto posteriore distrutto da un colpo di pistola. Il danno risale però alla sera prima. A conferma di questo dato c’è un verbale di sommarie informazioni in cui parla una trentaquattrenne del posto. «L’auto è intestata a una mia amica che però m l’ha prestata. L’avevo parcheggiata così nel pomeriggio, poi ho sentito i colpi di pistola, sono scesa di casa e ho visto il vetro rotto». Due raid in meno di 12 ore nella stessa strada. Via Giacomo Savarese corre parallela a via Bartolomeo Chioccarelli. Anche qui qualcuno ha sparato. Lo ha fatto la sera di sabato scorso. Si tratterebbe di una donna, come dimostrano le immagini di un filmato estrapolato dalle telecamere di videosorveglianza di una sala giochi. Vatiero, Rinaldi, Sibillo e Prinno sono i nomi di gruppi criminali che in queste ore riempiono i discorsi tra i vicoli del centro di Napoli. Il timore di una nuova guerra di camorra è concreto.
CRONACA
13 ottobre 2016
«Stesa» in via Savarese, la vendetta dei Sibillo: ecco i nuovi equilibri