Le liste elettorali a sostegno di Pasquale Aliberti per le ultime Amministrative di Scafati al vaglio della Procura Antimafia. Sono 189 i candidati che il Pm Vincenzo Montemurro ha deciso di passare al setaccio. Una decisione maturata dopo le dichiarazioni di Andrea Ridosso, il nipote del boss Romolo, attuale collaboratore di giustizia, che ha raccontato le vicende relative alle elezioni che, oltre tre anni, videro Aliberti riconfermarsi alla guida della città. «Alle argomentazioni opposte da Aliberti circa le mie scomode parentele, opposi che era risaputo che nelle liste che sostenevano la riconferma del mio interlocutore erano presenti soggetti di dubbia moralità o comunque parenti di pregiudicati, come nel caso di Alfredo Malafronte, figlio di Alfonso che so essere stato detenuto per anni», ha raccontato il giovane laureato al Pm in merito alle questioni legate alle sua candidatura, poi sfumata per colpa del suo cognome giudicato ingombrante dall’attuale primo cittadino. Ridosso jr, spiegando come venne fuori il nome di Roberto Barchiesi, attuale consigliere comunale, ha dunque indotto gli investigatori a fare luce su chi sostenne Aliberti. «Le famiglie Ridosso e Loreto volevano uno e un solo candidato nella lista “Grande Scafati”. Il mio impegno per l’elezione di Barchiesi è stato attivo e proficuo. Di fatti è stato eletto con circa 300 voti, dei quali 200 erano stati procurati da me». D’altronde il ruolo di Andrea Ridosso non fu solo quello di procacciatore, come ha ribadito personalmente al Pm Vincenzo Montemurro, titolare dell’inchiesta Antimafia. «Ricordo che insieme a Raffaele Lupo, conosciuto tramite mio fratello Luigi, incontrai il sindaco Aliberti in una bar sulla Nazionale per discutere sull’individuazione dei candidati della lista “Grande Scafati”. Lupo mi chiese di partecipare all’incontro per coinvolgermi. Sapeva che io desideravo entrare attivamente a fare politica», ha continuato. «Io dissi che avrei sostenuto la candidatura del Barchiesi in quanto la sua elezione avrebbe testimoniato il suo impegno, essendo quest’ultimo latore di pochi voti. Alla lista mancavano alcuni nomi e io proposi l’avvocato Luca Maranca, bravissima persona. Il sindaco acconsentì e lo inserì nella lista». Per questo gli investigatori vogliono capire se dietro i nomi presenti nelle liste di Aliberti ci siano altre ingerenze dettate dagli esponenti del clan.
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