L’ultima protesta c’era stata lo scorso settembre, quando i cittadini e i comitati erano scesi in strada a Chiaiano per gridare l’ennesimo “no” contro la nuova discarica nell’area nord di Napoli. Tra Mugnano, Chiaiano e Marano, infatti, l’ipotesi dell’impianto aveva mobilitato centinaia di persone che, con cori e striscioni, avevano manifestato il loro dissenso.«Questo territorio ha già pagato abbastanza lo scotto di scelte sbagliate del governo e di decenni di sversamenti illeciti di rifiuti. Ci opporremo dunque a questo nuovo disastro ambientale». Così il coro unanime delle proteste. Che avevano peraltro visto al fianco dei cittadini anche il sindaco Luigi de Magistris. «La nostra amministrazione dice no ad altre aree dannose per la salute di chi da anni combatte per la propria incolumità – aveva assicurato il primo cittadino -. Vogliamo chiarezza e piani seri per la riqualificazione di questi territori che purtroppo hanno già pesantemente subito in passato. Siamo qui per ribadire il no alle discariche e il no alle cave che vengono utilizzate per depositare i rifiuti di qualsiasi tipo». Eppure oggi torna un serio allarme per le centinaia di abitanti di quei territori, poiché il Comune ha risposto ad una manifestazione di interesse della Regione Campania, il cui bando è stato emanato a maggio scorso e che individua l’area del Parco delle Colline di Chiaiano come uno dei siti di compostaggio da realizzare in città, insieme a quello individuato nella zona est. «Oltre quattro anni fa abbiamo già vissuto l’odissea della discarica – spiega Gemma Infantocci, del Comitato Anti discarica di Chiaiano – . All’epoca abbiamo contestato l’apertura nella cava del Poligono e oggi stiamo ancora aspettando la bonifica, la messa in sicurezza e la cosiddetta tombatura. Ma abbiamo avuto un incontro con il vice sindaco Raffaele Del Giudice e abbiamo saputo che nel parco delle Colline die Camaldoli dovrebbe essere realizzato un sito di compostaggio rifiuti. Il contentino sarebbe il fatto che – contrariamente a quanto previsto dal bando della manifestazione di interesse della Regione – anziché 30mila tonnellate a Chiaiano ne andrebbero “solo” 5. Vogliamo tuttavia precisare che noi non siamo contrari al ciclo virtuoso dei rifiuti e quindi al sito di compostaggio. Anzi. Ma al fatto che si pensi di realizzarlo in un’area protetta come quella del Parco. Piuttosto si realizzi negli ex siti industriali. Noi vogliamo la riqualificazione di quel territorio, non la morte. Vogliamo soprattutto che se ne rispetti la vocazione naturalistica, come nel caso di Chiaiano, che è la terra della ciliegia». Attualmente però le condizioni del Parco non sono delle migliori. Vi sono infatti alcune zone che vengono ancora utilizzate come sversamenti illegali di rifiuti. E cave che addirittura sono scomparse. Intanto il fronte del “no” si riunito in una dozzina di associazioni: Insieme per Chiaiano; Valori e Diritti; C.g.d. Napoli; Napoli Area Nord; Comitato Terra Mia; Comitato 25/80 per la ricostruzione; Rete Civica per Napoli; Comitato San Pietro a Patierno deve respirare; Rosso Democratico; Spazio a Sinistra; San Raffaele Arcangelo; 1Comitato per il No. «Siamo contrari per diversi motivi – dice Mattia Rusciano, presidente di Insieme per Chiaiano – soprattutto perché il Parco è un’area che ha vincoli ambientali e geologici e in altre zone d’Italia questi siti vengono realizzati in aree industriali dismesse».
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