A oltre sette giorni dalla consegna del piano industriale, la Procura della Repubblica non ha ancora dato il proprio parere (contrario o favorevole) per la riapertura seppure parziale delle Fonderie Pisano. E domani pomeriggio sindacati e operai saranno in Regione per discutere sugli ammortizzatori sociali, come la mobilità e la cassintegrazione. Per entrambe ci sarebbe una proroga di 30 giorni e per la questa seconda opzione (a meno che non sia in deroga) c’è bisogno che l’industria di Fratte apra i battenti e metta in moto le macchine per avviare i lavori e smaltire alcune commesse che da giugno giacciono negli uffici dell’amministrazione delle Fonderie (eccezione per quelle smaltite a Foggia). Tra l’industria chiusa e la richiesta di riapertura c’è in mezzo il giudice per le indagini preliminari Stefano Berni Canani, autore del provvedimento con il quale aveva negato ai Pisano la riapertura dell’opificio. Proprio lui dovrà decidere (a questo punto lo dovrebbe fare domani e prima ancora che sindacati e maestranze vadano in Regione) se il parere del pool di sostituti procuratori sarà negativo oppure non sarà proprio arrivato presso la cancelleria del Gip-Gup.
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