Aveva raggiunto il posto di lavoro, il cantiere dell’ex casa materna di corso Garibaldi, puntuale come ogni giorno. Poi – insieme ai sei colleghi impegnati a realizzare un albergo per conto della Neapolis Spa – era salito sull’impalcatura montata dalla Immobiliare Fontana, la ditta presso cui era regolarmente assunto da 5 anni. Ma qualcosa è andato storto: a causa di un improvviso malore o una fatale distrazione, Salvatore Bianco – quarantasettenne di Casal di Principe, sposato con tre figli – è precipitato giù nel vuoto e si è schiantato al suolo. L’operaio è morto sul colpo, inutile l’intervento degli operatori del 118 allertati dai colleghi.Secondo i primi rilevi eseguiti dalla polizia e dal pubblico ministero della procura di Napoli, l’uomo avrebbe perso l’equilibrio per una tragica fatalità. Una tragedia impressa negli occhi e nella mente di chi con Salvatore Bianco divideva le lunghe giornate di lavoro: «Era con noi, poi si è allontanato per andare a prendere uno sgabello dall’altra parte dell’impalcatura – spiegano i colleghi con le lacrime agli occhi – Quando abbiamo visto che non tornava, ci siamo preoccupati e siamo andati a controllare: era rivolto verso il basso e il suo corpo giaceva immobile. Abbiamo subito capito la gravità della situazione e lanciato l’allarme». Ora sarà l’autopsia disposta dal pubblico ministero di turno a svelare se la caduta sia stata causata da un malore o da una distrazione, ma non c’è nessun testimone oculare. «Era un uomo allegro e solare, un padre e un marito affettuoso – raccontano alcuni amici giunti sul luogo della tragedia – Era una brava persona, umile: svolgeva il suo lavoro dando sempre il massimo». Parole che ritornano nei concetti espressi dai referenti della Immobiliare Fontana: «Lavorava con la ditta da 5 anni, era un bravissimo ragazzo. Ci troviamo davanti a una tragedia inaudita, una morte che brucia e fa male – dice il fratello del titolare della Immobiliare Fontana -. Qui ci troviamo davanti a una fatalità tragica, costata la vita a una padre di famiglia». Il cantiere è stato posto immediatamente sotto sequestro, così come lo sgabello “incriminato”. Gli investigatori sono al lavoro per accertare se il cantiere rispettasse tutti i parametri sulla sicurezza. Straziante il momento dell’arrivo della moglie della vittima: la donna – in evidente stato di choc – era sostenuta a braccia dal figlio, incapace di camminare e distrutta dal dolore. Non ha parole, ma i suoi occhi raccontano tutto il peso di una disgrazia insostenibile. «Non so ce la faccio, mi sento male», urla all’improvviso la moglie di Salvatore Bianco. Poi il sopralluogo per il riconoscimento della salma e il mesto ritorno in auto, con la consapevolezza che il marito non c’è più perché morto sul lavoro. L’ennesima morte bianca su cui i sindacati chiedono di fare piena luce: Massimo Sannino – responsabile della Filca-Cisl – lancia l’appello per l’apertura di un tavolo tecnico con il governatore Vincenzo De Luca per affrontare il problema della sicurezza sui posti di lavoro, mentre Ciro Nappo – segretario della Fille Cgil di Napoli – sollecita «subito un incontro in prefettura per fermare l’eccidio delle morti bianche.»
CRONACA
1 novembre 2016
Portici. Precipita da un?impalcatura, muore papà di 3 figli