L’estate è fatta per sudare e sognare, e la sua la Salernitana l’ha vissuta a Sarnano, nel Maceratese. Finì lì in ritiro per caso, o meglio, perché sulla panchina granata doveva esserci Inzaghi Jr. (prima di ritrovarsi alla guida della Lazio per il gran rifiuto del “loco” Bielsa), e il trainer piacentino stravedeva per i Monti Sibillini. Dettagli.
Quel che conta è che per tre settimane il piccolo comune marchigiano – 3mila anime residenti ma tantissimi turisti in visita a uno dei borghi medievali più belli d’Italia – diventò meta di centinaia di tifosi giunti da Salerno. Erano i primi “curiosi” della nuova stagione granata, quelli che con la “scusa” di veder nascere la squadra di Sannino si concedettero una puntatina a Sarnano. E oltre che il buon cibo, apprezzarono la cordiale ospitalità della popolazione locale.
Quella stessa popolazione oggi chiede aiuto. Sì, perché il terremoto che ha messo in ginocchio il cuore del Belpaese ha prodotto danni devastanti anche nella cittadina termale. Un tesoro in macerie, e soprattutto moltissime famiglie rimaste senza casa. «Ospitiamo 450 persone nel Palasport, proprio di fianco al campo dove la Salernitana s’è allenata quest’estate, ma ancora per poco riusciremo a garantire riscaldamento e generi di prima necessità», ha raccontato ieri a Telecolore l’assessore Piergentili, che seguì il ritiro granata dal principio alla fine. Di qui l’appello: «Chi può, anche da Salerno, aiuti il nostro Comune». Lo faranno in tanti, all’ombra del Castello d’Arechi, e pure la società di Lotito e Mezzaroma.
Il multi-patron, nella sua “prima” veste di presidente della Lazio, s’è già attivato per Amatrice, la cittadina di cui è originario e dove le scosse dei mesi scorsi hanno seminato morte oltre che distruzione d’edifici. I calciatori biancocelesti incideranno una canzone per raccogliere fondi, ed iniziative simili dovrebbero esser presto organizzate pure dalla Salernitana a sostegno di Sarnano, il borgo dei sogni estivi, che ora ha bisogno d’aiuto per resistere a una realtà ch’è più dura d’un incubo.