Lo stadio della solidarietà apre le sue porte al popolo di Amatrice. Accadrà a metà gennaio, durante la lunga pausa del campionato di serie B. L’Arechi, pochi mesi dopo la “Partita del cuore” dedicata al piccolo Francesco Pio (il bimbo di Matierno che combatte contro una rara malattia alle vie biliari), tornerà a essere “principe della beneficenza”. Un evento speciale, che coinvolgerà la Salernitana, vecchie glorie della storia granata, una selezione nazionale di attori e personaggi dello spettacolo e gli stessi ultras della Curva Sud Siberiano, dai quali la società del cavalluccio marino ha voluto raccogliere l’esempio proprio dopo il grande successo della manifestazione del 5 ottobre scorso.
Il club granata sta lavorando agli ultimi dettagli, e a breve annuncerà ufficialmente l’iniziativa che servirà a raccogliere fondi per le popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto. In particolare, la serata sarà dedicata ad Amatrice, il comune che ha pagato il prezzo più alto in termini di danni e soprattutto di vite umane schiacciate dalle macerie del sisma. Un disastro che sarà ricordato con un minuto di silenzio, prima che il cuore della tifoseria salernitana cominci a battere forte per dare il proprio contributo alla ricostruzione.
All’Arechi ci sarà pure Claudio Lotito, che al popolo amatriciano è legato da origini e ricordi indelebili. Lì, nel piccolo centro della provincia di Rieti, s’è recato qualche settimana fa per invocarne la rinascita. «Deve risorgere dopo essere caduta, così come una squadra si riprende da una sconfitta», ha detto il multi-patron aprendo il personalissimo libro degli amarcord, dalla casa di nonno Enrico di fronte alla Chiesa di Sant’Agostino ai primi amori estivi. «Era il luogo in cui scappavo. Tra queste strade ho trascorso la mia infanzia, la mia adolescenza, la mia maturità. Qui ho trovato le idee per la mia attività imprenditoriale», ha raccontato. Promettendo: «Lo sport potrà aiutare a raccogliere soluzioni e denari, a trovare lo spirito per iniziative certe, sicure, senza angoli bui, senza zone oscure, soprattutto in tempi brevi. Questo dovremo fare. Questo farò io».
Detto-fatto. Lotito domenica scorsa ha ospitato 30 bambini di Amatrice allo stadio Olimpico per la gara tra Lazio e Genoa. Il sindaco della cittadina rietina, Sergio Pirozzi, ch’è pure allenatore di calcio (per ovvie ragioni subito dopo il sisma ha lasciato la panchina del Trastevere, in serie D) ha commentato commosso: «Ringrazio il presidente e il popolo laziale. Sono stati straordinari». Ma non finisce qui. Perché la prossima tappa sarà Salerno. Lì il co-patron granata troverà il terreno fertile d’una tifoseria capace di mobilitarsi come poche quando c’è da schierarsi al fianco di chi ne ha bisogno, come gli esempi dei piccoli Armandino e Francesco Pio insegnano.
E sarà emozione forte, all’Arechi, pure per Pirozzi, che calcò quel prato sfidando l’allora Salerno Calcio in Interregionale (girone G, quello sardo-laziale-campano) quand’era sulla panchina del Civitavecchia. Era l’alba dell’avventura salernitana di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma. Cinque anni e mezzo dopo, il sindaco-mister ci tornerà per raccogliere l’abbraccio granata alla sua Amatrice. Lo stadio della solidarietà farà ancora una volta il suo dovere…