Per gli inquirenti aveva reso l’ambiente scolastico invivibile, terrorizzando i bambini con «comportamenti aggressivi e violenti». Lei, come riporta La Città, è una maestra di una scuola di Mercato San Severino, che due anni fa è stata denunciata da due genitori e per la quale il sostituto procuratore Elena Guarino ha emesso adesso un avviso di conclusione delle indagini che conferma il contenuto delle denunce. La donna, una 53enne originaria di Nocera Inferiorema residente a Salerno, è accusata del reato di abuso dei mezzi di correzione, e secondo la Procura avrebbe non solo usato metodi violenti ma anche obbligato i bimbi a punizioni umilianti.
Negli atti dell’inchiesta si ricostruisce tra l’altro un episodio in cui una piccola alunna sarebbe stata costretta a pulire il sederino di una compagna di una classe. Quest’ultima ne ha poi parlato a casa e la mamma ha subito informato la dirigenza scolastica e le forze dell’ordine. Ma la sua non è stata la sola segnalazione giunta sulla scrivania della Procura. In quella stessa giornata, nel marzo di tre anni fa, anche un altro bambino sarebbe stato punito e la maestra lo avrebbe strattonato così forte da farlo sbattere contro un banchetto della classe. Grida, lacrime, e una piccola escoriazione al ginocchio destro, notata dai genitori quando il piccolo è tornato a casa. Alla richiesta di spiegazioni il figlioletto ha ricostruito la vicenda e ha raccontato delle urla dell’insegnante e dei suoi metodi, tratteggiando un clima di paura che ha indotto il padre a rivolgersi alla magistratura.
A distanza di poco più di tre anni la Procura di Salerno ha tirato le fila dell’inchiesta e ha notificato alla maestra un avviso di conclusione delle indagini. Nel corso degli accertamenti pare siano emersi però anche altri episodi oltre a quelli denunciati nel marzo del 2013, al punto che gli inquirenti parlano di un ambiente scolastico divenuto invivibile e di comportamenti aggressivi e violenti «nei confronti di tutti gli alunni». Un atteggiamento molto sopra le righe che sarebbe stato usuale, e avrebbe suscitato anche la reazione della dirigenza scolastica. Non solo. Pare che a lamentarsi siano state anche insegnanti dello stesso circolo didattico, stanche di subire intemperanze e angherie. Alla 53enne sono infatti contestate manifestazioni di aggressività non soltanto nei confronti degli alunni, ma anche verso
le colleghe. Lei ha sempre negato, gridando al complotto. Ora ha venti giorni di tempo per provare a convincere la magistrata, chiedendo di essere interrogata o presentando una memori difensive. Poi potrà essere formulata la richiesta di rinvio a giudizio.