«Forse lui parla direttamente con il governo o addirittura con il presidente del consiglio dei ministri. Magari parla da premier. Non lo so». Bisognava aspettarselo. Il sindaco Pd di Meta Giuseppe Tito non ha gradito le bordate del primo cittadino di Sant’Agnello Piergiorgio Sagristani che, a proposito della vittoria del “suo” No al referendum costituzionale, ha bocciato su tutta la linea i colleghi della penisola sorrentina con una dichiarazione forte: «Non si possono barattare i propri ideali per le promesse elettorali». Un chiaro riferimento al dibattito spot di Villa Fondi dove Tito e il sindaco di Piano di Sorrento Vincenzo Iaccarino hanno accolto festosi il governatore Vincenzo De Luca, che ha garantito 300 milioni di fondi ai Comuni peninsulari invitando tutti a scegliere Sì.
Tito è infuriato. Mentre Iaccarino, stupito per il duro attacco di Sagristani, cerca di sbollire l’amarezza dietro un gelido «no comment». Sono proprio loro due i “bersagli” centrati dai “missili” del primo cittadino di Sant’Agnello che ha rivendicato, rispetto agli altri, la capacità «di stare vicino al popolo». Una frase che non piace a Tito: «Sagristani ha copiato il mio slogan – dice con un sorriso amaro la fascia tricolore di Meta -. Il sindaco del popolo sono io, l’ho sempre detto e dimostrato con i fatti sin dal primo giorno di mandato. Io penso a lavorare sodo e le polemiche le lascio smaltire ad altri”. Anche se la tensione è alle stelle: «Non credo ci sia bisogno di dire a Sagristani che il governatore De Luca amministra tutta la Campania ed è un diritto-dovere di un sindaco interfacciarsi, anche durante una campagna referendaria con il presidente che ha chiaramente dimostrato di voler essere vicino al nostro territorio. Noi pensiamo a lavorare al meglio per tutta la penisola. Se poi il sindaco di Sant’Agnello ha il filo diretto con Palazzo Chigi invece che con la Regione meglio per lui. Ma non mi risulta”.