Valzer di nomine. Scelte sul Referendum. Ambizioni per il Parlamento.
Sono le patate bollenti che spaccano i sei sindaci della penisola sorrentina in un momento decisivo. Perché se resta sul tappeto lo spot del governatore Vincenzo De Luca, che ha garantito 300 milioni di euro ai Comuni, è anche vero che adesso i primi cittadini dovranno mettere da parte i dissidi perché ci sono esigenze da affrontare con unità. A cominciare dal caos che regna sul futuro dei servizi sociali passando alla necessità di trovare la quadratura del cerchio per “spedire” un candidato condiviso alle Politiche.
Ci sono tre “correnti”. Innanzitutto c’è quella che fa capo a Piergiorgio Sagristani e Giuseppe Cuomo. I sindaci di Sant’Agnello e Sorrento, amici nel privato e alleati in politica, hanno sempre condiviso progetti e iniziative. Entrambi hanno preso le distanze dai colleghi Vincenzo Iaccarino (Piano di Sorrento) e Giuseppe Tito (Meta) sulla passerella per il Sì fatta fare a De Luca a Villa Fondi. Non si tratta di una divergenza di vedute sul voto referendario. Ma di “opportunità” e modi. Sagristani, fautore del No, dopo il ko tecnico del fronte pro riforma ha bocciato – senza fare nomi – Iaccarino e Tito. Li ha accusati di essersi prostrati al governatore. Cuomo invece, nonostante il suo Sì, ha preferito seguire la Virgo Fidelis dei carabinieri invece che De Luca a Villa Fondi.
Iaccarino e Tito, per tutta risposta, si stanno avvicinando da tempo. Prima l’avvio di progettualità per la bonifica dei valloni, poi la condivisione di iniziative – come quella pro Sì – con sullo sfondo la bandiera Pd. E Lorenzo Balducelli e Andrea Buonocore? I sindaci di Massa Lubrense e Vico Equense hanno posizioni meno marcate. Balducelli, altro fedelissimo di Sagristani, preferisce avere un basso profilo in pubblico. Mentre l’unico riferimento di Buonocore è l’ex sindaco oggi assessore Gennaro Cinque.