Il Terzo Sistema non si è estinto. La maxi retata che aveva portato in cella Ciro Domenico Perna, fondatore della cosca dei dissidenti, continua a controllare il territorio e a voler prevaricare sui sodalizi storici. Estorsioni, traffico di armi e controllo delle piazze di spaccio continuano ad essere i tre affari sui quali i fedelissimi del nuovo clan continuano a costruire sulle ceneri dei loro capi, ora in cella. E’ questo il retroscena sul quale stanno indagando gli investigatori, mettendo, nero su bianco nelle informative, fatti e riscontri oggettivi. In questo ambito si collocano gli spari di giovedì mattina davanti ad un market di corso Vittorio Emanuele III e con molta probabilità altri due episodi sui quali gli inquirenti stanno cercando di vederci chiaro. Il “regalo” di Natale ai carcerati o “la mesata” perchè il clan è in crisi restano le parole d’ordine per riscuotere somme di denaro alle attività commerciali e a chiedere l’offerta obbligatoria restano i baby-boss. Una Fortapàsc spaccata, contesa tra le nuove leve e i vecchi capi che provano a mantenere un’apparente calma per evitare l’assedio delle forze dell’ordine ma il dato è uno: i giovani che erano stati arruolati nel clan Terzo Sistema come semplici vedette o solo simpatizzanti, sono stati “promossi” e provano a conservare l’eredità lasciatagli dai fondatori del neo sodalizio criminale. Sono circa una ventina, secondo quanto emerge, ma potrebbero essere anche di più. Nel frattempo le scarcerazioni “eccellenti” dei Gionta e Gallo-Cavalieri ha rimesso in libertà i pezzi grossi che alle regole della paranza dei giovani non si piegano e così, a temere l’inizio di una nuova faida, sono proprio gli investigatori. Sanno che l’esercito del Terzo Sistema è composto da giovani inesperti ma spietati e dal grilletto facile. Ecco perchè in strada spuntano più carabinieri e i rioni a rischio vengono blindati, assediati come negli anni della faida: ieri sera maxi operazione di alto impatto. Elicotteri, unità cinofile, pattuglie piazzate in ogni angolo della città. Hanno rivoltato appartamenti come fossero calzini e per ore non hanno mollato giovani che, in alcune zone della città, avevano il ruolo di vedette. Un fischio per avvertire l’arrivo delle “guardie”, scorribande di giovani in sella agli scooter solo per dimostrare che loro ci sono. Non se ne sono mai andati.
CRONACA
18 dicembre 2016
Estorsioni, pistole e bazooka. A Torre Annunziata i boss si armano