CRONACA
Torre Annunziata, la baia di capo Oncino off-limits
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A Boscoreale le prime denunce contro il racket
Giovanna Salvati
Punta il pollice all’insù, sorride e mostra un sacco pieno di doni e di cioccolata mentre sfila tra i lettini del reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale Santobono di Napoli. Ma Marco (nome di fantasia), invece, sino a due anni fa impugnava coltelli e pistole. Negli ambienti era conosciuto perchè esperto nelle risse, abile nell’evitare le “guardie” e soprattutto nel picchiare chi osava ribellarsi. In seicento giorni però la sua vita è cambiata. E’ una delle tante storie che trovano voce grazie a don Antonio Carbone, il parroco salesiano del rione murattiano Ddi Torre Annunziata che ogni giorno, insieme a don Sam, strappa leve alla camorra. Marco, è uno degli “angeli” salvati. Uno scugnizzo coraggioso e violento, determinato ma che è riuscito a dominare gli effetti negativi scaturisti dal contesto di degrado e abbandono nel quale per anni ha vissuto. E così, la notte di Natale, dopo il cenone si è travestito da Babbo Natale e ha distribuito i giochi che nell’ospedale napoletano.
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