Peppe De Cristofaro, senatore napoletano di Sinistra Italiana, risulta tra i parlamentari più produttivi secondo l’ultimo rapporto Openpolis.
Lei risulta terzo per produttività tra gli eletti campani. Ma dai dati generali viene fuori l’immagine di un Parlamento “molto produttivo” solo al 5%. I cittadini dovrebbero sentirsi “traditi”?
Non penso che i cittadini debbano sentirsi ‘traditi’ dalla lettura di queste classifiche. Colgo invece l’occasione per segnalare un aspetto, troppo spesso ignorato e trascurato. Mi riferisco al tempo, troppo lungo, che passa tra la presentazione di un’interrogazione parlamentare e la risposta che i ministeri forniscono. Troppo spesso attendiamo mesi, se non anni, per ottenere delle risposte del tutto insoddisfacenti o superate dagli eventi. Una prassi scorretta, inaccettabile. Dietro quelle interrogazioni ci sono istanze, vertenze, problematiche, che vengono segnalate direttamente dai cittadini. Rispondere in modo parziale o peggio ancora non farlo è sintomo di scarso rispetto da parte dell’esecutivo nei confronti, non dei parlamentari, ma dei cittadini.
Quale tra le battaglie da lei condotte in Aula ritiene sia stata più significativa?
Senza dubbio quella sulle riforme costituzionali. Proprio in Senato, in prima lettura, abbiamo presentato 6mila emendamenti. Siamo stati accusati di voler fare ostruzionismo, ma penso che la presentazione di quegli emendamenti sia servita, in parte, ad aprire un dibattito che altrimenti sarebbe passato in sordina. A giudicare dall’esito del referendum, molti dei nostri dubbi erano fondati. Penso che tutte le battaglie condotte in Aula siano state significative: da quella contro il Jobs Act a quella contro la ‘buona scuola’, o contro il cosiddetto ‘sblocca-Italia’. Provvedimenti dai titoli ad effetto ma dai contenuti a dir poco deludenti. Tanto è vero che oggi si parla dei correttivi da apportare su alcuni di questi provvedimenti, evidentemente qualche ragione l’avevamo.
Ultimamente il Sud e la Campania stanno tornando al centro dell’agenda politica. Solo spot o si è imboccata la giusta strada per il rilancio?
Non penso che la creazione di un apposito ministero per il Sud rappresenti la panacea di tutti i mali. Occorre una visione strategica, di sistema, non basata sul breve periodo. Sarebbe auspicabile accantonare per sempre ipotesi che ciclicamente vengono riproposte (tipo il ponte sullo stretto) e concentrare le risorse sul trasporto locale, che specialmente al Sud, versa in condizioni pessime. Credo siano indispensabili gli investimenti pubblici che finanziare un serio piano per il lavoro e per la scuola, per offrire ai giovani del Sud reali occasioni che gli consentano di non dover abbandonare necessariamente la loro terra.