Torre del Greco/Portici. «L’Asl mi ha consegnato un modello da compilare per chiedere che le prestazioni riabilitative effettuate a mio figlio siano erogate in un differente centro specialistico. Come se fosse facile: il mio bambino è affetto da una grave forma di autismo e dopo anni di inferno finalmente avevo iniziato a intravedere la luce in fondo al tunnel grazie al lavoro svolto dai professionisti del centro Aurora. E adesso cosa mi dicono? Che il ragazzo deve cambiare centro accreditato e, dunque, mettere in discussione quanto finora raggiunto con enormi sacrifici». A parlare è una mamma – la donna preferisce mantenere l’anonimato – dei circa 90 assistiti seguiti dal centro riabilitativo Aurora di Portici, da mesi alle prese con una diatriba legata ai rimborsi che ha portato al collasso l’attività, mettendo a serio rischio il futuro delle prestazioni erogate ai piccoli pazienti diversamente abili.
Le proteste delle scorse settimane all’esterno della sede centrale di via Marconi hanno indotto i vertici dell’Asl Napoli 3 Sud, in particolare il direttore del distretto 34 Antonietta Siciliano, a provare a “correre ai ripari” con l’obiettivo di evitare, alla conclusione delle procedure di mobilità dei lavoratori di Aurora prevista per il 10 gennaio, il rischio di lasciare i pazienti senza assistenza. Una corsa ai ripari che, tuttavia, sembra non tenere conte delle conseguenze di un atto che punta per ora solo a mettere a posto le carte. Così nei giorni scorsi sono stati distribuiti agli aventi diritto dei formulari prestampati su carta dell’Asl Napoli 3 Sud con cui «in via eccezionale e relativamente al programma riabilitativo ex articolo 26 in atto presso il centro Aurora società cooperativa sociale» venga espressa «la propria personale condivisione alla prosecuzione del trattamento presso altro centro accreditato con la Asl Napoli 3 Sud».
In questo modo viene sostanzialmente rispettato il criterio della libera scelta effettuato da chi richiede assistenza, ma di fatto viene a crearsi una evidente disparità nei confronti dei tanti inseriti nelle liste di attesa, che si vedranno scavalcati dai «nuovi arrivati».
E l’esercito di assistiti costretti a «emigrare» presto potrebbe essere infoltito. È risaputo che la situazione vissuta in questi mesi dal centro Aurora è la stessa che ha investito – anche in questo caso da tempo – il centro di Torre del Greco “Dimensione Azzurra”, dove vengono assistiti circa 300 ragazzi. Insomma, a rischio di vedersi cambiare non il programma terapico ma il “rapporto umano”, fondamentale in determinati trattamenti, sono 400 disabili.
Una situazione grave su cui i sindacati di categoria hanno chiesto a più riprese ai vertici Asl di correre ai ripari, auspicando convocazioni di tavoli nelle sedi opportune per discutere della rateizzazione dei debiti vantati dalle società – una problematica generalizzata che, prima o poi, riguarderà tutti i centri accreditati – a cui è legato il conseguente, vitale sblocco dei da erogare ai centri.
Che senza soldi rischiano il tracollo finanziario, che oggi ha come conseguenza immediata la negazione di un diritto per 400 famiglie e il rischio che possano essere cancellate decine di posti di lavoro.