Avrebbe tentato di rivendere, a grossisti e negozianti, i prodotti contenuti in un tir carico di merce saccheggiato dai banditi sulla statale del Vesuvio. Con quest’accusa è finito in carcere Vincenzo Cefariello, 43enne di Ercolano e fratello di Marco Cefariello, baby boss – oggi pentito – del clan Birra-Iacomino. Ai domiciliari, invece, altre due persone. Si tratta di Ferdinando Desiderio, 52enne di Ercolano e Vincenzo Nunziata, 53enne residente a Napoli.
I tre sono finiti al centro di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Napoli in seguito alle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica e dai carabinieri della tenenza di Ercolano e Torre del Greco, guidati dal tenente Gianluca Candura e coordinati dal capitano Emanuele Corda.
L’inchiesta nasce da un controllo che qualche mese fa portò al sequestro di un tir rubato e ritrovato nella zona di via Consiglio. Dalle verifiche emerse che il carico era stato saccheggiato – con tanto di raid armato – da un gruppo di banditi sulla statale 268, nei pressi dello svincolo di Boscoreale. Il conducente del tir, Vincenzo Nunziata venne anche denunciato.
Successivi accertamenti messi in atto dalle forze dell’ordine avrebbero dimostrato che il mezzo era stato dirottato a Ercolano per finire nelle mani di una vera e propria banda di “ricettatori”. A bordo del tir, infatti, sono stati ritrovati prodotti di ferramenta e cioccolato per un valore complessivo di circa mezzo milione di euro.
Un tesoro che – secondo la tesi degli inquirenti – Cefariello e company avrebbero “piazzato” nei mercati legali, rivendendo la merce a grossisti e negozianti della zona a prezzi stracciati rispetto a quelli di mercato.
Un’affare d’oro svelato dalle intercettazioni telefoniche e dagli appostamenti messi in atto dai militari dell’Arma. Secondo la tesi degli inquirenti Cefariello – con precedenti penali per vari reati ma assolutamente estraneo alle logiche del clan guidato per un periodo da suo fratello – sarebbe la mente della presunta organizzazione finalizzata al traffico di merce rubata. Con lui Ferdinando Desiderio che – sempre secondo le accuse dei carabinieri – avrebbe affiancato il fratello del pentito nell’attività di smercio dei prodotti rubati sbarcati all’ombra del Vesuvio.
Sono in corso accertamenti sul ruolo dell’autista napoletano, Vincenzo Annunziata. Intanto nei giorni scorsi – a oltre una settimana dall’arresto eseguito dai carabinieri – sui tre indagati si è abbattuta un’altra mazzata. Il tribunale del Riesame di Napoli ha detto «no» alla richiesta di scarcerazione per tutti gli arrestati. Il fratello del pentito – attualmente recluso al carcere di Poggioreale – e gli altri due indagati ora rischiano di finire a processo con l’accusa di riciclaggio.