«Giù le mani dal magistrato che ha messo in ginocchio i clan». E’ un messaggio forte e chiaro quello che rimbalza sulle rovine della camorra di Ercolano. A firmarlo sono i ragazzi di Radio Siani, l’emittente anti-clan che trasmette dalla casa confiscata al boss Giovanni Birra. Parole pesanti che arrivano a 24 ore dalla pubblicazione – su questo quotidiano – dell’intercettazione ambientale in carcere che vede protagonista Luigi Papale, boss recluso al regime del carcere duro e considerato figura apicale della cosca dei “catanesi”. In una conversazione con sua moglie, Papale “maledice” Pierpaolo Filippelli, ex pubblico ministero dell’Antimafia, colpevole – a suo dire – di aver decimato la cosca con base a vico Moscardino. «Gli capiti qualcosa di male», l’augurio choc firmato dal padrino dei “siciliani”. Parole fortissime che hanno scatenato la reazione indignata delle associazioni anti-clan. Da Ercolano a Torre Annunziata, dove oggi Filippelli svolge il ruolo di sostituto procuratore dopo l’incredibile serie di record messi insieme nella lotta alle cosche ercolanesi: 44 ergastoli, 20 boss al carcere duro e 500 arresti in meno di 5 anni. «Certe parole sono la paura e il terrore di una sconfitta, dell’imminente fine di un epoca – le considerazioni dei ragazzi di Radio Siani – si è cercato di intimorire ancora una volta con la violenza il successo di un cambiamento che si riconosce nel “modello Ercolano”. Pierpaolo Filippelli è il massimo esponente della vittoria dell’antimafia ad Ercolano, ma non è solo e non lo sarà mai, colpire lui per colpire tutti è una pratica ormai obsoleta, che non produce risultati, quegli anni non esistono e non esisteranno più». Sulla condanna a morte per i padrini della camorra di Ercolano c’è la firma dell’ex pm dell’Antimafia. Una “colpa” che ha spinto Filippelli sulla lista nera della camorra. «Nella Dda ci sono tanti bravi magistrati che lavorano per affermare la giustizia e la legalità – ribadisce Giuseppe Scognamiglio, rappresentante di Radio Siani – C’è una cultura dell’antimafia che va oltre. Noi siamo vicini a Filipelli e ai suoi uomini a prescindere da queste affermazioni, perché ad Ercolano oggi esiste una famiglia allargata, vigile e attiva, che si aiuta e si sostiene e che non permetterà mai più che si torni a certe pratiche. Il futuro di Ercolano è una città normale, bella e produttiva, che lavori a valorizzare le sue bellezze per i propri cittadini e per il mondo intero. La camorra per anni ha impedito tutto questo ed oggi e senso comune di tutti. Nella paura tutti siamo stati responsabili, ma ora tutti conoscono l’alternativa, ed è per questo che indietro non si tornerà mai più».
CRONACA
11 gennaio 2017
Ercolano, il clan Papale contro il pm: le associazioni si schierano con Filippelli