L’intesa c’è. Almeno per ora. Raffaele Ricciardi sarà il candidato alle primarie di coalizione del centro sinistra. Nulla di nuovo. Anzi. Ignorato il requisito di novità, il vecchio avanza di nuovo. Dopo un confronto lungo e animato – iniziato lunedì e conclusosi ieri sera, una parte del Pd ha partorito la scelta più comoda, considerando che non ha uomini da proporre alle prossime amministrative, e quelli che si sono proposti per le primarie sono figure di secondo piano di un partito diroccato.
Raffaele Ricciardi è a metà dell’opera, e non è la prima volta alla vigilia di una tornata elettorale. Il problema è sempre lo stesso per l’ex segretario del Pci, convincere il resto del partito. Per giocarsi la partita prima ha costruito l’alleanza con Germaine Popolo, quotata da una parte dei Dem, poi l’ha scaricata dopo il via libera arrivato dai vertici napoletani.
Ma i giochi non sono chiusi, perchè le possibilità che la candidatura di Ricciardi venga condivisa dall’intero partito sono pressoché zero.
Secondo indiscrezioni la stessa Popolo, costretta a fare un passo indietro in vista della riunione di coalizione che si terrà questa sera alle 19 nella sede del Pd, è pronta a giocarsi la sua partita. Non ha tutti i requisti per accedere alle primarie, però uno sì, e non secondario: rappresenta l’unica novità in una lista di nomi che sono legati al passato e agli ultimi tre decenni di gestione del potere politico e amministrativo.
Se Ricciardi dovesse essere confermato il clima nel Pd diventerebbe ancora più teso soprattutto perchè il suo nome non va giù né agli uomini di Casillo, nè al gruppo che fa riferimento al consigliere regionale di Marciano, né al resto degli alleati.
Un nome indigesto che allarga la falla. Contro di lui ci sono i casillos, e in particolar modo il rottamatore Luigi Ammendola sempre più deciso a portare la coalizione alle primarie. E c’è di più. Ricciardi candidato innescherebbe la fuga dei movimenti che fanno capo ai consiglieri comunale Rocco Manzo, Marcello Vitiello, il gruppo di Generazione 2.0 e l’Udc, che sostengono invece la candidatura di Carmine Alfano. Per ora gli uomini di Casillo restano aggrappati ad un altro nome preistorico: Vincenzo Ascione, anche lui, come Ricciardi, aspirante sindaco ad ogni tornata elettorale.
Resta ufficiale invece la frattura per il gruppo di Torre dei Valori: una parte guidata dall’ex consigliere Raffaele De Stefano ha deciso di appoggiare la coalizione di Alfieri e Sentiero, mentre una parte, guidata dal rappresentante dell’associazione di volontariato di Rovigliano, Erminio Casadei, appoggerà i Dem.
Sulle crepe del Pd interviene il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto, rappresentante della direzione nazionale e clone di Renzi in Campania.
«Torre Annunziata ha tante potenzialità: mi auguro che si trovi la giusta intesa e soprattutto che resti una roccaforte del centrosinistra. Per quanto riguarda la scelta del candidato a sindaco – aggiunge il baby-Renzi – non sono entrato nel merito della discussione, vedremo più avanti chi sarà scelto”.