Vecchie corde delle navi usate come arredi per lampadari. Tavoli di legno “recuperati” dai tanti Paesi stranieri dove ha lavorato. E prodotti doc della tradizione locale e internazionale, che ha espresso attraverso un menu di benvenuto per palati fini: gelato al salmone con caviale iraniano, sorbetto alle foglie d’ostrica con polpa di passion fruit, gamberi di Mazara del Vallo su pesto di pistacchio e la sua specialità, la Settima Profezia (spaghettoni Gemme del Vesuvio in salsa di ostriche su tartare di gamberi rossi e foglia d’ostrica). Ma anche candele spezzate alla genovese di cipolla ramata di Montoro, cotoletta di vitellina alla milanese e per dessert spugna all’arancia su salsa di more, sorbetto al lampone di Pina Molitierno e perle di menta. Un menu di alta classe con cui Simone Profeta (nella foto), chef dell’omonima Locanda di vico Satriano a Napoli, ha deliziato il palato degli addetti ai lavori, a cui ha presentato il rinnovato ristorante di Chiaia (nei locali che prima ospitavano Tartufi Che Passione). Nel nuovo progetto ci si è staccati da baccalà e tartufi che caratterizzavano il vecchio format e si è dato ampio spazio agli abbinamenti tra mare e terra. E nello stesso tempo a diverse tecniche di preparazione, come cottura sottovuoto, a bassa temperatura e affumicature. Un lavoro di “restyling” pensato per aumentare l’esperienza gastronomica degli ospiti. Tutte le portate vengono realizzate esclusivamente nella cucina del locale, a partire dal pane, che cambia di volta in volta, a seconda del menu. La pasta è del pastificio Le Gemme del Vesuvio, la carne è di Io Sono la Chianina e i gelati e i sorbetti sono della maestra gelatiera Pina Molitierno di Vanilla Ice Lab. Mentre la carta dei vini spazia dalle etichette regionali a quelle internazionali. Ma chi è lo chef che ha portato nei vicoli del “salotto buono” di Napoli i sapori mediterranei mescolati e rivisitati attraverso lo sposalizio con i piatti di altri Paesi del mondo? Simone Profeta, classe 1989, di madre napoletana e padre siciliano, ha avviato il suo percorso all’istituto alberghiero “De Gennaro di Vico Equense”. A 16 anni inizia a lavorare presso il ristorante “Le stalle del Generale” sotto la guida dello chef Gaetano Iodice. A 21 anni è passato al Tiberio Palace di Capri come commis, dove ha appreso le dinamiche della linea di cucina. Si è poi trasferito a Londra, dove ha lavorato nelle cucine di vari ristoranti.
Al suo ritorno in Italia Profeta è approdato al ristorante “Tartufi che passione” nella veste di sous chef, per poi diventare executive. Dal 2015 è entrato inoltre a far parte della Rational, azienda leader nel settore di sistemi di cottura professionali. Dopo cinque anni in questo progetto, che lo ha fatto crescere ma che iniziava a stargli un po’ stretto, insieme al socio Giampiero Persico, Simone ha deciso di avviare un nuovo ristorante, più vicino alla sua idea di cucina, dando vita alla Locanda del Profeta.