Torre del Greco. Si arricchisce di un nuovo strascico legale il concorso per l’assunzione part-time al 33% di 18 istruttori tecnici in Comune. A sei mesi dalla prima pioggia di ricorsi al Tar Campania presentata dall’esercito di candidati bocciati alla prova scritta, cinque “superstiti” dei test d’ingresso ricorrono al Capo dello Stato per impugnare il verdetto delle successive prove orali: un verdetto – in 56 furono ammessi ai colloqui, su 1.100 candidati inizialmente pronti a rispondere al bando promosso dall’ente di palazzo Baronale – favorevole solo a 12 candidati, poi regolarmente assunti dall’amministrazione comunale targata Ciro Borriello.
Un numero inferiore ai posti previsti dal concorso, su cui adesso si sono concentrate le attenzioni di chi – alla prova orale – riuscì a superare l’esame, ma senza centrare il punteggio minimo di 21 per risultare idoneo. Una vera e propria beffa su cui adesso cinque ricorrenti chiedono di fare piena luce, attraverso un ricorso straordinario al Capo dello Stato con cui si chiede di ottenere l’annullamento dei verbali dell’11 luglio 2016 e del 12 luglio 2016 con cui la commissione di esame ha disposto, all’esito della prova orale, l’esclusione dei ricorrenti dal concorso pubblico.
Un’esclusione dettata non da una bocciatura bensì dal mancato raggiungimento del punteggio minino: un “dettaglio” a cui adesso si aggrapperanno i 5 ricorrenti per provare a portare a casa i posti – in tutto sei – rimasti vacanti al termine delle selezioni.
L’ennesima battaglia legale, davanti a cui l’ente di palazzo Baronale – attraverso un’apposita delibera licenziata dalla giunta guidata dal sindaco Ciro Borriello – ha deciso di innalzare le barricate, resistendo in giudizio ai ricorsi presentati dai ricorrenti. La difesa del Comune – visto l’eccessivo carico di lavoro gravante sull’ufficio dell’Avvocatura Municipale – sarà affidata all’avvocato Giuseppe Colapietro per un onere presunto di spesa di circa 5.000 euro, comprensivi di Iva.