Torre del Greco. Un nuovo “scandalo etico” scuote la maggioranza di palazzo Baronale, alle prese con gli imbarazzi e i malumori provocati dal via del servizio di asilo nido comunale presso l’istituto comprensivo Angioletti di via Giovanni XXIII.
A un mese dalla proclamazione della vincitrice dell’apposito bando promosso dal Comune – la cooperativa sociale Il Quadrifoglio di Casagiove, aggiudicataria dell’appalto da 280.000 euro e spiccioli – le attenzioni di politici e non della città del corallo si sono, infatti, subito concentrate sul personale assunto dalla ditta con sede nel cuore del Casertano per garantire la sicurezza e la pulizia dei bambini iscritti all’asilo nido comunale, fiore all’occhiello della gestione-lampo delle politiche sociali da parte dell’ex assessore Donato Capone.
Perché all’interno dell’elenco degli “addetti ai lavori” per conto della cooperativa sociali Il Quadrifoglio è spuntato un nome particolarmente noto in municipio, perché legato a doppio filo al presidente del consiglio comunale Pasquale Brancaccio e al capogruppo del Nuovo Centrodestra, Giovanni Palomba: un nome su cui si sono nuovamente accese le polemiche in maggioranza, considerato come il politico-ultrà – formalmente assunto presso la ditta di arredamento e materassi intestata alla madre, beneficiaria ogni mese di lauti rimborsi per le assenze sul posto di lavoro dovute agli “impegni istituzionali” del figlio – fosse già stato protagonista di una furibonda lite con lo stesso Donato Capone, costantemente presente sotto-traccia a palazzo Baronale dopo un periodo di “allontanamento” per ragioni personali.
«Alla fine, l’ha spuntata. È bastato minacciare di sfiduciare il sindaco per centrare l’obiettivo», i mugugni registrati in maggioranza. Mugugni non confermati dal leader locale del centrodestra, pronto a sottolineare come «non sono informato della questione né mi riguarda, perché l’amministrazione comunale si è preoccupata solo di garantire la trasparenza delle procedure di gara».
In effetti al “risultato” il politico-ultrà sarebbe arrivato attraverso un insospettabile “gancio”, una fedelissima dell’ex vicesindaco con delega alle politiche sociali: un incrocio particolarmente pericoloso sotto il profilo degli equilibri politici in maggioranza, visto il modus operandi con cui Pasquale Brancaccio avrebbe “scavalcato” Donato Capone e il suo assessore di riferimento Domenico Balzano. Il tutto per uno “stipendio” di circa 580 euro al mese. «Stavolta, non è una questione di soldi: voleva dare una “lezione” all’ex vicesindaco», la voce ricorrente a palazzo Baronale.
D’altronde, non è un mistero come i rapporti tra Pasquale Brancaccio e l’assessore-ombra della giunta guidata da Ciro Borriello non siano idilliaci. Non a caso, il politico-ultrà avrebbe avviato un serrato dialogo con l’ex assessore alla cultura Ferdinando Guarino – forte della presenza in consiglio comunale della figlia Annalaura Guarino – rimasto scottato dalla cacciata dall’esecutivo cittadino e storicamente “lontano” dalle posizioni di Donato Capone, lo specialista delle politiche sociali ora sfidato direttamente sul proprio campo da Pasquale Brancaccio. «Nessuna sfida – si limita a osservare il presidente del consiglio comunale – Non conosco i dettagli della vicenda, ma per essere stata selezionata e assunta doveva evidentemente essere in possesso di tutti i titoli e i requisiti necessari per svolgere i compiti richiesti dalla cooperativa sociale. Il resto sono solo chiacchiere».