Il muro all’accoglienza resta ancora ben alto, quasi insuperabile. Sembra di scorgerlo già dalle curve mozzafiato di Punta Scutolo che dominano dall’alto il golfo di Surriento decantato da Lucio Dalla, uno che in gioventù arrivò al “Fauno notte” di piazza Tasso da “migrante” della musica per poi andarsene da artista apprezzato (e invidiato) in tutto il mondo.
A Sorrento e dintorni ci sono le barricate, ci sono paletti ideologici rifiniti nei contorni da quella politica che non intende piegarsi ai diktat del governo perché bisogna «fare il turismo». Proprio come rilanciano gli imprenditori. E lo stop ai migranti viene di rimbalzo reso ancora più solido dal razzismo che innaffia quotidianamente le bacheche Facebook. Nonostante gli inviti del vescovo Francesco Alfano («Abbassiamo i toni, apriamo le porte, no a parole sprezzanti» dichiarò giorni fa in un’intervista a Metropolis quotidiano), nessuno si è ancora fatto avanti con la Prefettura di Napoli per prendere parte al bando da 60 milioni di euro.
Si rischia un vero e proprio flop nel lotto numero 2, quello che comprende Castellammare di Stabia, Monti Lattari e penisola sorrentina. Zero adesioni da associazioni, fondazioni, enti (anche ecclesiastici) ed onlus della Terra delle Sirene. I Comuni rimangono in disparte con “low profile” e la scadenza del 22 febbraio – ultimo giorno utile per presentare la domanda di rito – sembra destinata ad arrivare tra i silenzi di routine.
A rincarare la dose ci ha pensato un piccolo giallo montato sull’hotel Cavour di Sorrento. Ieri si è diffusa sul web la notizia secondo la quale l’albergo aveva protocollato già da qualche giorno la richiesta ufficiale di ospitare migranti. «Almeno cento» a dispetto dei paletti previsti proprio dalla Prefettura (3 per ogni 1.000 abitanti). Una domanda, sempre stando alle ricostruzioni che si sono rapidamente diffuse su Facebook, finita anche sul tavolo del prefetto di Napoli Gerarda Pantalone e del sindaco Giuseppe Cuomo. Apriti cielo. In alcuni gruppi Fb gli animi si sono immediatamente accesi. Manco a dirlo sono tornati alla carica i contrari all’accoglienza. «Dobbiamo fare turismo, non possiamo pensare ai migranti. E poi si pensasse prima a risolvere le emergenze di chi a Sorrento ci è nato, ci vive e ci lavora» è il commento di uno studente.
«Nulla in contrario agli extracomunitari, ma si rischia di fare business sulla pelle di altri esseri umani» replica a muso duro una casalinga. «Ma – interviene uno studente universitario – come reagiranno i turisti stranieri che arrivano ancora a Sorrento? Non scherziamo». Mentre altri post hanno una chiara genia razzista con qualche utente che è stato anche temporaneamente censurato da Facebook. Eppure la questione pare rientrare quando Salvatore Starita, proprietario dell’hotel Cavour e decano degli albergatori di Sorrento, rilascia una dichiarazione. «Sono stupito – dichiara il novantaquattrenne imprenditore del Capo di Sorrento -, è falso dire che ho partecipato al bando della Prefettura. Mai pensato di accogliere migranti. Né ho apposto firme su qualche modulo. Non ho mai e dico mai presentato alcun tipo di documentazione al cospetto della Prefettura e del sindaco di Sorrento». Sulla stessa lunghezza d’onda lo stesso Cuomo: «Almeno fino allo scorso giovedì – dichiara il primo cittadino – non ho avuto comunicazioni di enti o strutture intenzionate ad ospitare migranti in città». Il bando resta fantasma.
politica
23 gennaio 2017
Bando disertato, così Sorrento fugge dall’accoglienza ai migranti