“Quando sono scappato dai carabinieri mi sono preoccupato di chiamare un mio affiliato amico del calciatore Ezequiel Lavezzi (ex punta del Napoli, ndr). Si chiama Ciccio Piscopo. Gli dissi di contattare il Pocho per dirgli di buttare il telefono che usava per parlare con me”. Sono tra le prime dichiarazioni di Antonio Lo Russo, boss del clan di Miano, a Napoli, che ha deciso di pentirsi e da due mesi sta parlando con i pm della Dda di Napoli. Lo Russo e’ diventato noto per una sua foto a bordo campo durante una partita della squadra azzurra di cui e’ tifoso. I suoi racconti hanno permesso oggi di arrestare l’imprenditore Luigi Scognamiglio, soprannominato ‘Gigino Elite’, che lo ha ospitato a casa sua e in un appartamento di sua proprieta’ nelc entro di Napoli tra maggio e l’estate del 2010, mentre era latitante. Ecco cosa dice nel verbale del 4 novembre del 2016: “Francesco Piscopo, cognato di mio cugino Antonio figlio di Vincenzo, lo mandai a chiamare perche’ era amico di Lavezzi ed io ci tenevo ad avvisarlo di buttare il telefono dedicato che aveva per parlare con me. Non volevo che lui potesse trovarsi nei guai in quanto a casa mia c’era il telefono che utilizzavo per parlare con lui e temevo che i carabinieri potessero trovarlo. Dissi dunque di andare ad avvisare Lavezzi”. Ma il capoclan ancora non ha chiarito di cosa parlasse con il calciatore poi passato al Paris Saint Germain.
CRONACA
24 gennaio 2017
Il boss Lo Russo: “Dissi a Lavezzi di buttare il cellulare con cui parlava con me”