Sono passati quattro anni dallo sciagurato sesto capitolo della saga principale, problemi nelle fasi narrative e risvolti al gameplay troppo action rispetto allo stile survival horror che aveva fatto innamorare i fans nel corso degli anni, hanno portato la casa produttrice Capcom a momenti di riflessione e ad un cambio di rotta deciso e radicale per risollevare il brand.
La settima incarnazione del male si trova ristrutturata sotto ogni punto di vista, dimentichiamoci le terrorizzanti avventure vissute con Leon S. Kennedy e dei fratelli Retfield, dimentichiamo anche la visuale in terza persona e lo stile da sparatutto che si era acquisito e diamo il benvenuto ad una nuova e terrorizzante telecamera in prima persona e ad una storia tutta nuova che di fondo nasconde le nefandezze della casa farmaceutica “Umbrella”.
Le premesse del titolo sono semplici ed efficaci, vestiremo i panni di Ethan Winters uomo che per 3 anni ha creduto nella morte della moglie, ma dopo aver ricevuto un messaggio criptico ha iniziato a dubitare di ciò. Si ritroverà nella magione apparentemente abbandonata della famiglia Beker, una casa che cade a pezzi dove all’interno sembra nascondersi il male. L’obiettivo sarà quindi quello di ritrovare la moglie e sopravvivere alle insidie che nasconde la casa.
Tecnicamente e stilisticamente sembra essere catapultati in una pellicola dei primi anni 90, colori cupi e tetri, angoli bui della casa da cui provengono rumori strani e scricchiolii che tendono a tenere il giocatore sul filo del rasoio ed in uno stato di ansia continuo, in questo caso la scelta della prima persona permette di immedesimarsi completamente nei panni del malcapitato facendoci sobbalzare dal terrore nelle fasi più concitate. L’unica vera caratteristica che si è ripresa dal passato della serie sono gli svariati puzzle ambientali in cui ci si può imbattere, veri e propri enigmi per lo sblocco di porte o per entrare in possesso di oggetti utili all’avanzamento e alla discesa della magione (vedesi fusibili, video cassette e leve per passaggi segreti). Una grossa novità nel brand è la forte difficoltà nel trovare munizioni ed armi da fuoco, infatti risulta problematico difendersi e bisognerà con parsimonia gestire le pallottole per non rimanere scoperti agli attacchi avversari. Uno dei veri punti di forza di questo capitolo è la progressione non lineare, ci sono infatti degli eventi che per forza di cose il giocatore si troverà a dover affrontare in momenti chiave della storia, ma alcune fasi del gioco lasciano una certa libertà di approccio che possono diversificare l’esperienza finale. Le boss fight infatti possono esser approcciate usando espedienti ed oggetti nell’ambiente diversi, i nemici reagiranno di conseguenza ai nostri comportamenti rendendo il tutto sempre mutevole, l’I.A. infatti risulta eccezionale ed ostica ai gradi di difficoltà più alti. Anche se abbiamo la prima persona non lo possiamo classificare come un FPS in salsa zombie, le varie sessioni (sporadiche) di combattimento risultano ben amalgamate e radicate nel contesto. Leggermente frustrante il sistema di salvataggio che si potrà effettuare solo in determinate zone sicure, queste infatti sono distribuite malamente così facendo non si potranno programmare delle brevi sessioni di esplorazione causa perdita dati.
Un leggero scetticismo in principio era d’obbligo per la mutazione radicale che si è avuta rispetto al passato per quanto riguarda non solo le dinamiche ma la storia e le ambientazioni, ma la prova del gioco è fugato ogni dubbio che era sorto. Resident Evil 7 si dimostra essere un ritorno al vero Horror, uno dei titoli più interessanti che questo 2017 porterà su PS4 con possibilità del supporto di realtà virtuale, Xbox One e PC dove sarà possibile utilizzare la funzionalità Play Anywhere di Microsoft (primo titolo di terze parti a beneficiarne) con una singola licenza che si interscambia tra le due citate piattaforme, anche nei salvataggi. Quindi non resta che sedersi comodi, al buio con due belle cuffie in grado di farci isolare dal mondo circostante e…prepararsi ad affrontare il male.