Torre del Greco. Un’udienza-lampo, ma destinata a pesare come un macigno sulle future battaglie giudiziarie legate alla Deiulemar compagnia di navigazione. Non sono mancati colpi di scena e veleni durante il nuovo round tra la curatela fallimentare dell’ex colosso economico di via Tironi e gli avvocati della Banca di Credito Popolare, trascinata in aula per un contenzioso da circa 80 milioni di euro.
Un contenzioso legato ai mancati controlli da parte dei responsabili della «bancarella» di Torre del Greco sulle movimentazioni finanziarie del capitano Michele Iuliano, storico amministratore unico della cosiddetta Parmalat del Mare. L’udienza davanti al giudice Fabio Di Lorenzo è durata una manciata di minuti – il tempo di una contestazione legata ai verbali sottoscritti dai fratelli Angelo Della Gatta e Pasquale Della Gatta, acquisiti solo in parte e non integralmente – per essere poi aggiornata alla fine di febbraio.
Il vero clou della giornata è cominciato, invece, all’esterno del palazzo di giustizia: l’avvocato Gennaro Torrese – il presidente dell’ordine di Torre Annunziata – sarebbe stato inseguito da alcuni obbligazionisti, inviperiti per la scelta del legale di assistere la Banca di Credito Popolare. «E’ contro i risparmiatori, così non difende la città di Torre del Greco», i concetti espressi con veemenza dai capipopolo dell’esercito di vittime della Deiulemar compagnia di navigazione. Una violenta contestazione, accompagnata da qualche insulto, conclusa fortunatamente senza contatti fisici.
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