Lacrime granata. Salerno piange Tommaso Limatola, storico tifoso, conosciuto e benvoluto nell’ambiente ultras cittadino. «Il suo “vocione”, che riecheggiava nei pullman mentre tutti dormivano, ora rimbomba nella testa», raccontano commossi gli amici di tante trasferte. Il suo amore viscerale per la Salernitana l’ha vissuto macinando chilometri e chilometri in giro per l’Italia, «sempre con il bomber granata e la sciarpa della vecchia Gsf al collo», il ricordo di chi da ieri mattina non si dà pace alla notizia della sua scomparsa.
Tommy era il fratello di Enzo Limatola, icona del pugilato a Salerno, forse il boxer più forte di sempre tra i figli di questa terra, campione italiano e solo per un destino beffardo fuori dalle Olimpiadi di Los Angeles 1984. «Stava soffrendo, ma aveva saputo affrontare anche la malattia con il sorriso sulle labbra. Il suo spirito goliardico l’ha accompagnato pure in un letto d’ospedale», è una delle testimonianze lasciate sui social network dove “impazza” una frase, «se vinci, vinci prima», che Tommaso ripeteva di continuo.
Il giorno del dolore e dell’addio a Limatola è accompagnato da tanti aneddoti, su tutti i viaggi nei bus degli ultras, spesso assieme alla moglie e al figlio a cui ha trasmesso la passione per la squadra del cavalluccio marino. Faceva il pieno di frutta e frittate di maccheroni, per offrirli all’interno del pullman e avvicinarsi con entusiasmo alla meta della trasferta. E puntuali, quasi per uno scherzo del destino, riemergono i ricordi proprio d’un Verona-Salernitana del gennaio 1998, ultimo blitz granata al Bentegodi, palcoscenico pure della prossima e sempre sentitissima partita dell’ippocampo.
Tommaso non ci sarà. Non potrà mai più esserci. Però un po’ della “sua” Curva Sud la ritroverà oggi, alle tre del pomeriggio, quando tanti amici si ritroveranno per rivolgergli l’ultimo saluto nella Chiesa di San Domenico, dove si celebreranno i suoi funerali, e stringersi attorno al dolore della famiglia Limatola. Anche in quel silenzio, chi non lo dimentica (ri)sentirà il suo “vocione”. Come nei bus delle trasferte più belle…