Un panificio lager: muffa, infiltrazioni e macchinari per la produzione di pane, pasta e mozzarelle. E’ questa la scoperta che hanno fatto i carabinieri della stazione di Terzigno (agli ordini del maresciallo Adolfo Montagnaro) durante un blitz in un appartamento in via San Felice. Uno stabile adibito a residenza ma che invece altro non era che un afabbrica degli orrori. L’ennesima nella città terzignese dove il lavoro sommerso rappresenta una piaga assurda. I militari hanno così recuperato e sequestrato una impastatrice, un macchinario utilizzato per etichettare i prodotti e alcune vasche per far decantare la soia. Un laboratorio ovviamente abusivi, senza alcuna autorizzazione sia tecnica che prima di tutto dell’Asl. Eppure in quell’immobile risultava invece si un’attività commerciale ma una sartoria. Secondo quanto ricostruito dia militari coordinati dal capitano Andrea Rapone l’azienda alimentare imbustava e si occupava della produzione grezza di pasta che poi finiva nei ristoranti gestiti da connazionali e nei market orientali di tutta l’area vesuviana. A finire nei guai quattro cittadini cinesi e sotto sequestro invece trenta sacchi di farina.
CRONACA
28 gennaio 2017
Terzigno, scoperto il pastificio cinese: pane, farina e tofu tra la muffa