Castellammare. Da un lato il Partito Democratico, dall’altro le liste civiche. La fuga dal consiglio comunale davanti ai lavoratori termali ha segnato una spaccatura nella maggioranza del sindaco Antonio Pannullo.
La strategia era stata dettata dal primo cittadino e quando il capogruppo dei dem Francesco Iovino ha dato il segnale di alzarsi e uscire dall’aula, Eutalia Esposito, Salvatore Ercolano e Maria Amodio non hanno risposto all’appello preferendo restare seduti al proprio posto. Un segnale chiaro che non tutti erano d’accordo sulla necessità di lasciare il consiglio comunale. Forse, avrebbero preferito affrontare la discussione e soprattutto cercare di dare risposte ai lavoratori termali ormai esasperati. In particolare, stando a quanto filtra dalle civiche, non è stato gradito l’errore sulla stima dei danni che giustificherebbe la scelta di affidare la gestione delle Antiche Terme attraverso il project financing. Per il vicesindaco Andrea Di Martino ci sono danni per 2 milioni di euro, secondo una perizia fatta redigere dall’opposizione invece ammonterebbero a 590mila euro.
Che il clima in maggioranza non sia dei migliori lo si è capito anche nella Commissione Statuto di venerdì mattina. All’ordine del giorno c’era la proposta di delibera per l’istituzione del Museo Civico nella Reggia di Quisisana. Secondo l’atto proposto dall’assessore Carla Di Maio per far funzionare al meglio il Museo Civico c’è bisogno di costituire un Comitato scientifico formato da 7 persone, di cui 5 nominate direttamente dal sindaco per svolgere la funzione di consulenza. Una proposta bocciata dal Partito Democratico che l’ha etichettata come l’ennesimo tentativo di creare «poltronifici». A spiegarlo in Commissione è stata la consigliera comunale Giusi Amato che s’è detta anche contraria alla proposta di dare troppo poteri a colui che sarà il futuro direttore del Museo, in particolare per quanto riguarda le gare d’appalto che secondo i dem devono essere gestite direttamente dal Comune. A quel punto, l’opposizione ha preso la palla al balzo per chiedere un’audizione della dirigente Maddalena Leone e dell’assessore Carla Di Maio.
La spaccatura in maggioranza, dunque, evidenzia nuovamente le divisioni tra i consiglieri eletti tra le civiche e il Pd.