Castellammare. «I carichi di lavoro che abbiamo conquistato per i prossimi 4 anni li hanno pagati i lavoratori con i loro sacrifici. Adesso che è finita la cassa integrazione ci aspettiamo che la politica, a tutti i livelli, riapra un tavolo di confronto sul futuro del cantiere di Castellammare di Stabia e sugli investimenti da fare». E’ questa la posizione dei sindacati alla vigilia del ritorno al lavoro di tutti i dipendenti diretti di Fincantieri.
Un concetto chiaro, ribadito già in altre occasioni, quello della Rsu. Rosario Longobardi, Raffaele Salvati e Giovanni Di Riso (Fiom), Aniello e Domenico Di Maio (Fim) e Massimo Spalice (Failms) lanciano una sorta di sfida alla politica: «Servono meno spot e più fatti, siamo stanchi delle promesse da campagna elettorale – dicono – Quando ci sono stati i problemi nessuno è riuscito a risolverli e ci hanno lasciati soli a gestire un’emergenza. Adesso che è terminata la cassa integrazione è il momento di tirare fuori i progetti e confrontarsi sul futuro del nostro cantiere».
Il discorso è molto più ampio rispetto a quello di dare una mission produttiva a Castellammare: «Il nostro è un cantiere polifunzionale, capace di lavorare su qualsiasi tipo di commessa con standard elevati di qualità, rispettando i tempi di consegna e tutto sommato stando dentro ai costi – spiega la Rsu – L’apertura di un tavolo istituzionale è necessario per affrontare questioni come la logistica e le infrastrutture. E’ su questi argomenti che la politica deve fare la sua parte per garantire futuro e sviluppo occupazionale».
E quando si tocca il tema del lavoro inevitabilmente il discorso scivola anche sull’indotto: «L’azienda ha introdotto nuove forme di tutela per i rapporti di lavoro con le ditte esterne che possono assumere attraverso le agenzie interinali – spiegano – Il Comune e la Regione devono adeguarsi e spingere in tal senso, magari favorendo anche la formazione di figure professionali specializzate che possono trovare lavoro all’interno del cantiere. Con i carichi di lavoro previsti nei prossimi anni, inoltre, siamo sicuri che aumenterà il numero di operai dell’indotto al lavoro nello stabilimento».
Il sogno, chiaramente, sarebbe quello del bacino di costruzione «che resta la priorità e per rispondere a chi forse parla senza sapere diciamo che garantirebbe anche sviluppo turistico – dicono – Il cantiere verrebbe girato verso il mare e potrebbe lasciare spazio all’attracco di navi da crociera».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Luigi Scarica, coordinatore nazionale Failms: «La fine della cassa integrazione è un momento che aspettavamo da anni e fa piacere leggere le dichiarazioni del sindaco Pannullo che punta su Fincantieri e sugli investimenti infrastrutturali – dice – Adesso è il momento di riaprire la discussione sul nostro cantiere e ci aspettiamo uno slancio dalla Regione Campania che deve riprendere il discorso avviato per la nave Oceanografica». Scarica lancia anche una proposta: «Bisognerebbe convocare un consiglio comunale monotematico su Fincantieri, invitando anche il Governatore De Luca e l’amministratore delegato Bono – conclude – La discussione politica dev’essere alimentata e blindata a Castellammare, per programmare il futuro e garantire tutte le maestranze dirette e dell’indotto».