“Italo D’Elisa, dopo aver ucciso Roberta, nell’incidente, non ha mai chiesto scusa, non ha mostrato segni di pentimento. Anzi, era strafottente con la moto. Dava fastidio al marito di Roberta. Quando lo incontrava, accelerava sotto i suoi occhi”. Cosi’, intervistato da Radio Capital, l’avvocato Giovanni Cerella, gia’ legale di parte civile per il procedimento che riguardava l’incidente in cui aveva perso la vita la donna, ora difensore del marito, Fabio Di Lello, che ha sparato a D’Elisa. “D’Elisa – dice l’avvocato – tre mesi dopo l’incidente aveva ottenuto il permesso per poter tornare a guidare la moto, perche’ gli serviva per andare a lavorare”. “Fabio era sotto shock, era depresso per la perdita della moglie, andava molto spesso al cimitero – spiega ancora il legale – pensava giustizia non fosse stata fatta ma incontrandolo non ho mai avuto l’impressione che stesse ipotizzando una vendetta. Sono rimasto sbalordito quando ho saputo. Lui non aveva dimestichezza con le armi”. Infine, sulla tesi difensiva di D’Elisa secondo la quale al momento dell’incidente Roberta Smargiassi avrebbe indossato male il casco Cerella dice:”c’e’ una perizia che ha fatto piena luce sulle responsabilita’”.
CRONACA
2 febbraio 2017
Investì e uccise la moglie, dopo mesi il marito lo ammazza: “Non si era pentito, accelerava sotto i suoi occhi con la moto”