Sei morti. Il primo fu un carabiniere, il maresciallo Clemente Carlino. Ci fu anche quella che oggi chiameremmo una “vittima innocente”: il lattaio Amato Sabato, 40 anni e nulla a che vedere con la politica. Gli altri nomi sono incisi sulla targa che dal 2001 campeggia sulla facciata di Palazzo Farnese per ricordare un fatto avvenuto ottant’anni prima: la battaglia tra i fascisti che volevano prendere d’assalto il Municipio e i socialisti che si asserragliarono nel Comune e s’erano armati sin dal giorno prima ché lo sapevano che il corteo annunciato dagli avversari politici non sarebbe stato una “passeggiata”. Era il 20 gennaio 1921, il giorno dopo a Livorno sarebbe nato il Partito Comunista Italiano. La marcia su Roma ci sarebbe stata solo il 28 ottobre 1922. Ma è in quel giorno che a Castellammare ci fu il sanguinoso scontro tra comunisti e fascisti, che dimostrarono le loro intenzioni di spazzare via un consiglio comunale democraticamente eletto. E’ quello scontro sanguinoso che il maestro Antonio Gargiulo fissò nel 1975 sulla grossa tela che per quattro decenni ha campeggiato nella sede prima del Pci, poi del Pds, poi dei Ds, infine del Pd, sempre al primo piano del palazzo di corso Vittorio Emanuele.
Il primo a ripescare quell’episodio dalla storia cittadina per restituirlo alla memoria collettiva fu il professore Antonio Barone con un saggio pubblicato nel 1974. Su chi sparò per prima hanno litigato per decenni gli esponenti dell’una e dell’altra parte, il processo agli allora amministratori locali (la giunta socialista era guidata dal sindaco Pietro Carrese) si concluse con l’assoluzione per tutti e 15 gli imputati. Ma cosa provocò gli scontri? A fare da miccia, la decisione da parte della giunta socialista di cambiare il nome a Piazza Municipio intitolandola a Spartaco «simbolo del coraggio- sottolineò Giorgio Amendola nella prefazione del libro del professore Barone- e a ricordo nel primo anniversario della sua morte di Carlo Liebknecht capo dell’Unione Spartacus». I fascisti decisero di scendere in corteo per protestare. Il Municipio venne presidiato dalle forze dell’ordine, ma il cordone fu forzato con l’intento di assaltare Palazzo Farnese. Spari, sei morti, un centinaio di feriti. Poi la retata, gli arresti. Il giorno dopo il Comune venne commissariato. Solo nel 1946, a guerra finita e fascismo tramontato, le forze di sinistra con l’alleanza tra Pci e Psi, tornarono alla guida del Municipio con l’elezione a sindaco di Pasquale Cecchi, che nel ’21 era il vice di Carrese.
Alessandra Staiano