C’è un imprenditore che sta facendo tremare i politici. Che sta svelando gli affari della casta di Torre Annunziata. Ha iniziato a parlare nel 2015, e da allora scuote i colletti bianchi, lui che conosce molte cose: politiche e amministrative e riaccende i riflettori sulla gestione del camposanto di via Sepolcri, in particolare dal 2008 al 2011.
L’ex braccio destro degli amministratori avrebbe rilevato altri dettagli scottanti riguardanti tre anni di ombre. Dagli appalti ai posti di lavoro, alle concessioni edilizie, alla compravendita di loculi e degli spazi per le sepolture. Incarichi, spesso anche per piccoli importi, affidati a società e ditte, pressioni politiche, presunte tangenti e richieste estorsive e gli affari di cooperative che poi avrebbero gestito i servizi cimiteriali. Nei verbali del collaboratore di giustizia si parla di tre servizi.
Il primo: la gestione della sepoltura. Durante l’emergenza legata alla mancanza di posti una gestione oscura avrebbe poi permesso di offrire comunque un luogo per seppellire i resti mortali attraverso autorizzazioni per le esumazioni false, tutto in cambio di somme di denaro e anche di lavori a ditte edili che avrebbero poi realizzato loculi mai autorizzati. Questo il secondo punto dell’indagine: appalti e interventi di manutenzione interna concessi a ditte “amiche” in cambio di tangenti.
Nella stessa inchiesta, ricostruita grazie alle ultime dichiarazioni rese dal pentito spunta infine anche la compravendita dei posti di lavoro.
Almeno sette assunzioni finite al vaglio degli inquirenti.
Il pentito non tira in ballo solo i colletti bianchi ma anche imprenditori del settore edile e soprattutto si cerca di trovare conferme sul rapporto proprio tra politica e camorra che era già emerso negli atti di inchiesta di Alta Marea. Le dichiarazioni dell’imprenditore sono state messe tutte nero su bianco in tre fascicoli, con centinaia di pagine- comprese gli ultimi interrogatori – e i fiumi di inchiostro che tracciano un quadro agghiacciante di tre anni di gestione zeppe di ombre. Gli investigatori hanno acquisito anche decine di atti, fatture, contratti, intercettazioni e liste di dipendenti e fornitori, tutti coloro che hanno avuto un rapporto, breve o lungo in quel settore. Alla lunga lista di materiale cartaceo che era già stato prodotto si aggiunge anche quello fotografico e le intercettazioni telefoniche che proverebbero connivenze tra colletti bianchi e camorra. Sul caso cimitero anche i prefetti della commissione d’accesso che piombarono a palazzo Criscuolo il 3 aprile del 2013 puntarono al sindaco Giosuè Starita, consigli su come e dove intervenire per evitare lo scioglimento e cancellare gli illeciti riscontrati durante le settimane di indagini tra atti e determine.
Insomma una vicenda scottante e che rischia di scatenare un terremoto nella casa comunale che potrebbe trascinare vecchi e nuovi amministratori. e tutto anche a pochi mesi dalle elezioni amministrative che si terranno a maggio. Una presunta connivenza, ovviamente per ora ancora presunta, tra i colletti bianchi appunto e esponenti della criminalità che insieme avrebbero gestito alcuni affari, deciso o intimato determinate azioni. Una situazione che di certo, negli ambienti politici, sembra già aver creato non poca fibrillazione e una serie di fughe di notizie anche da ambienti che di qui a breve potrebbero travolgere esponenti forse non del tutto immacolati. Per ora l’imprenditore oggi collaboratore di giustizia dopo l’interrogatorio è stato trasferito nuovamente in una località segreta dove è sotto protezione.