Il giorno dopo aver letto quello che due consiglieri di opposizione gli avevano scritto contro, la sensazione di presentare un esposto-querela lo aveva già sfiorato. Ma prima di prendere qualsiasi decisione ha preferito prima parlarne con i consiglieri di maggioranza e gli assessori che in quel manifesto vengono citati. E a quasi due settimane di distanza ha deciso di far diventare quel pensiero che inizialmente lo aveva soltanto sfiorato realtà di fatto.
Andando contro a quello che la politica gli ha insegnato in oltre 40 anni di carriera. Mai aveva fatto ricorso in precedenza alle vie legali per difendersi dagli attacchi ricevuti, ma stavolta non ha potuto tirarsi indietro.
Aristide Rendina, il primo cittadino di Striano, ha formalmente querelato i due consiglieri di minoranza firmatari di un manifesto di fuoco a fine gennaio. Nel mirino dell’architetto con la fascia tricolore, protagonista di un maxi rimpasto in giunta a fine dicembre, sono finiti Francesco D’Andrea e Vincenzo Coppola. Sono i due esponenti dell’opposizione firmatari del manifesto, a fine gennaio, che ha visto come bersaglio il sindaco di Striano. Definito «Prima socio, poi schiavo e infine vittima del suo sistema di interessi». Accuse ben precise e legate all’attività amministrativa del sindaco strianese e ai recenti movimenti di poltrona; movimenti che hanno portato a un ampio turnover interno alla squadra di governo cittadina. Cambiamenti che hanno poi scatenato le ire dei due consiglieri che nel giro di pochi giorni hanno scritto, firmato e fatto affiggere per i muri della città il documento-denuncia contro il primo cittadino.
Tra le righe del manifesto vengono mosse diverse accuse al sindaco.
«Perché – secondo quanto si legge nel manifesto – il sindaco persevera in una visione di cementificazione selvaggia e speculativa e continua a a fare compromessi di ogni natura, anche politica, pur di rimanere al controllo della cassaforte amministrativa». E non solo, nel mirino anche le recenti nomine politiche come quella ai lavori pubblici. «Incarico affidato a una persona in pieno conflitto di interesse, in quanto geometra. – scrissero poche settimane fa D’Andrea e Coppola nel manifesto finito sotto accusa – Qui si è superato ogni limite di decenza ed etica pubblica. Sindaco hai sprecato l’ultima grande occasione per liberare la città non tanto da te ma dal sistema politico deviato che rappresenti». E l’affondo finale: «Il sindaco di un paese deve essere al di sopra di ogni sospetto e tu non lo sei». Accuse infamanti, che hanno convinto Rendina a passare al contrattacco. E punta il dito direttamente contro i suoi accusatori. Dopo aver consultato il suo legale, l’avvocato Tuccillo, ha presentato esposto-querela contro i due consiglieri di minoranza. «Ora è arrivato il tempo di difendermi. In 42 anni di politica non ho mai denunciato nessuno, ma non potevo lasciar passare una cosa così grave. Questa non è politica – dice Aristide Rendina a Metropolis – Non mi intimoriscono. Forse diamo fastidio perché stiamo lavorando per migliorare Striano, mentre gli altri preferiscono perdersi dietro queste cose. Evidentemente cercavano visibilità perché non sono espressione politica di nulla».
CRONACA
12 febbraio 2017
Manifesto contro il sindaco di Striano, Rendina querela due consiglieri