Un vecchio pastificio, uno dei più antichi di Torre Annunziata, trasformato in un ricettacolo di rifiuti. La storia dei Vitagliano divorata dai ratti, ricoperta dalle sterpaglie e murata che ora si sbriciola. Il tempo cancella tutto, è vero, ma non le ferite dell’immobile che oggi ritorna al centro dei riflettori. Il degrado e l’unico padrone assoluto, persino ai titolari non interessano più gli spazi circostanti che sono diventati un pericolo e un fastidio anche per le suore dell’istituto Mazzarello che lanciano un appello all’amministrazione comunale. «La situazione è diventata insostenibile, – spiega la direttrice suor Marianna – non sappiamo più come fare e non si tratta di una semplice pulizia è necessario un intervento che possa eliminare, non solo l’alta sterpaglia, che ormai ha ricoperto il viale e invade i nostri spazi, ma anche l’emergenza ratti, ce ne sono tantissimi, aiutateci». Un appello disperato che suor Marianna lancia mentre mostra lo scempio che ogni giorno cresce sempre di più. Non solo devono fare i conti con gli arbusti che invadono il campetto di calcio e gli ambienti dove vengono svolte le attività oratoriali «ogni tanto interveniamo a nostre spese ma siamo stanche e non possiamo continuare così» ma ora si aggiunge anche l’emergenza sanitaria: «Abbiamo protocollato decine di richieste al Comune – spiega ancora la direttrice delle suore Mazzarello – sappiamo che l’amministrazione è impegnata su tante emergenze ma confidiamo nella sensibilità del sindaco e della ditta Prima Vera che possano intervenire nel più breve tempo possibile». Ma nonostante l’ennesima richiesta di aiuto ancora nessun intervento: «I ragazzi non possono giocare più in cortile – conclude suor Marianna – spuntano come in ogni angolo e in più di un’occasione sono entrati anche nel convento, vi prego fate qualcosa e fate presto». Eppure all’interno de vecchio pastificio storico c’era chi aveva provato ad investire: prima una caserma dei carabinieri con tanto di eliporto sul tetto dell’edificio a tre piani, poi un centro sportivo, poi un albergo, un museo della pasta ma l’unico progetto realizzato ha il sapore dell’indifferenza e dell’abbandono.