Comodini fatti con le pale del pizzaiolo, kit cortesia con asciugamani e saponette consegnati nei cartoni della pizza, lampadari creati con i barattoli delle conserve di pomodoro. Nasce a Napoli “Pizza sleep” il primo bed and breakfast completamente dedicato alla pizza. E nasce dall’idea, dalla passione e dal coraggio di due giovanissimi di Ercolano. Attilio Masucci, 29 anni, graphic designer diplomato all’Accademia di Belle Arti di Frosinone e sua sorella Maria, 33 anni, laureata in Economia all’Università Parthenope. Tutto inizia e l’ispirazione arriva – non poteva essere altrimenti – mentre sono con alcuni amici da 50 kalò, la pizzeria di Ciro Salvo, anche lui giovane pizzaiolo di Portici che dalla provincia arriva a Napoli aprendo quello che oggi è uno dei locali più gettonati della città. “Finiti gli studi eravamo al classico bivio – racconta Maria che per un periodo ha anche vissuto e lavorato a Palma de Maiorca – lasciare tutto e provare a costruirci un futuro in Spagna o fare un tentativo ed investire a Napoli. Ci siamo detti prima di andare via, dobbiamo almeno provare a credere nel nostro Paese”. E decidono di farlo nel cuore di Napoli, a Montesanto. Un quartiere a cui sono legati, dove si trova la casa della nonna. A piazzetta Sant’ Alfonso e Sant’ Antonio a Tarsia, a pochi passi dalle voci del mercato della Pignasecca, ma anche da quelle strade che proprio di recente sono state teatro di agguati della camorra. “Per noi Napoli è prima di tutto i suoi vicoli – raccontano con entusiasmo – e cerchiamo di farli conoscere ai turisti, a non aver paura. Queste strade, il mercato, ci rendono unici al mondo e da qui può ripartire la rinascita e un’occasione di sviluppo con il turismo per noi ragazzi”. Mentre parlano aprono la finestra di una delle tre stanze del loro b&b, la Capricciosa. Dal castello di San Martino a Corso Vittorio Emanuele sembra di essere al centro della città, di entrare nelle case, di toccare i tetti. Cose belle da vedere e da scoprire, fuori e dentro. Attilio e Maria si sono rimboccati le maniche ed hanno creato ogni oggetto con le loro mani, o meglio gli hanno dato una seconda vita. Un arredo eco-friendly dove niente si butta, ma tutto rinasce, anche qui. I sacchi della farina diventano cestini e i bidoni dell’olio delle sedute. Attilio ha creato un marchio tutto suo Ri-Campà (che sta per ‘ricampare’ e riCampania): sue le lampade con i barattoli di alluminio o i contenitori di vetro della salsa. Ogni dettaglio è pensato, anche nella scelta dei colori: le pareti verdi per richiamare la macchia mediterranea, il bianco della farina e il giallo in onore del tufo. Così anche i materiali: predominano il legno e il rame, come nelle pizzerie. Hanno passato giorni a grattare vecchi mobili della nonna, a dipingerli, a realizzare scrivanie e tavoli fatti con le tavolozze dove il pizzaiolo mette l’impasto o con le pale di legno. “Non volevamo richiamare la pizza in una chiave antica, ma fresca e creativa”, spiegano mentre sfogliano il book ancora felici per quella turista che per sbaglio è arrivata da loro pensando fosse una pizzeria e che se n’è andata scrivendo di essersi sentita a casa. Hanno iniziato da poco, il b&b ha aperto a dicembre e i prezzi infatti sono ancora lancio: 40 euro per la singola e 50 per la doppia. Si può dormire nella Margherita, nella Marinara o nella Capricciosa circondati da piccoli quadri che raccontano gli ingredienti di ogni pizza, gli slang giovanili come “Ue ue” e i numeri incredibili di Napoli: le sue 3500 pizzerie piuttosto che i 7 castelli. Una scoperta continua e una scommessa che ha tanto da insegnare.
CRONACA
15 febbraio 2017
Nasce a Napoli il primo b&b dedicato alla pizza