Meta. Mani sugli appalti. Mazzette e favori. Affari con le ditte amiche aggirando le normative. E grazie al filo rosso tra imprenditoria, amministrazione e dipendenti comunali. Un giro fuorilegge sulla gestione di parcheggi, luminarie natalizie e scuolabus.
E’ la ricostruzione dell’inchiesta-bomba che rischia di decapitare i vertici del Comune di Meta. Otto nei guai, a cominciare dal sindaco dem Giuseppe Tito su cui pende anche un sequestro preventivo di 15mila euro che, per gli inquirenti, arrivano direttamente da tangenti intascate nel 2012 quando era assessore. Indagati anche il comandante della polizia municipale Rocco Borrelli, i funzionari comunali Paola De Maio e Rina Paolotti, il titolare dell’impresa di illuminazioni natalizie Tecnoservice Aniello Donnarumma, l’imprenditore della società di trasporto Amps Antonino Staiano e il presidente e il gestore della cooperativa San Michele Nunzio Lardaro e Carmela Izzo.
A vario titolo devono rispondere di ipotesi pesanti come peculato, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, appropriazione indebita ed emissione di false fatture.
Nel mirino della Procura la gestione del parcheggio del molo della Marina di Meta nel 2012, il servizio di trasporto scolastico tra il 2014 e il 2015 e il bando per gli addobbi natalizi del 2014
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